Marina, 1846

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Auguste Pernot, attivo nel XIX secolo Marina, 1846 Olio su tela, cm 53 x 69    Una nuova concezione del paesaggio prende forma tra Settecento e Ottocento: la natura irrompe nell’arte e si rivela in tutta la sua maestosa energia. Oltre a scorci di campagna,...
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Ars Antiqua SRL Ars Antiqua apre nel 2000 per iniziativa di Federico Bulga...

Auguste Pernot, attivo nel XIX secolo

Marina, 1846

Olio su tela, cm 53 x 69 

 

Una nuova concezione del paesaggio prende forma tra Settecento e Ottocento: la natura irrompe nell’arte e si rivela in tutta la sua maestosa energia. Oltre a scorci di campagna, panorami montuosi e sfondi esotici, nell’Ottocento è il mare a divenire uno dei soggetti favoriti dai pittori romantici. Per secoli il mare era stato confinato agli sfondi decorativi e veniva raffigurato in modo piuttosto inverosimile ma gli artisti romantici vedono nel mare l’emblema della libertà assoluta e della solitudine; capace di scatenare sentimenti forti e contrastanti, esso stupisce per la sua immensità e la violenza con cui si manifesta. Anche in questo caso notiamo come il paesaggio marino divenga protagonista a discapito delle figure umane, appena percepibili a bordo delle navi che solcano le acque. I velieri di diversa dimensione si stagliano lungo una distesa luminosa che trascolora dall’azzurro al dorato, sotto un sole che inizia lentamente a tramontare sulla destra. I colori cangianti si ripetono nel cielo chiaro, nelle nuvole appena abbozzate, sugli scogli e sulle imbarcazioni; la natura e l’uomo convivono pacificamente in quest’opera, dividendosi lo scenario senza prevaricarsi. I giochi luminosi danno vita ad un’ampia tavolozza di colori, come ad esempio sulla superficie della roccia rossiccia al centro del quadro, un vero e proprio spartiacque sia a livello letterale sia a livello di suddivisione spaziale. Il tema del mare poteva essere mutevole come lo è nella realtà l’elemento stesso: il moto perpetuo, il continuo cambiamento di forme e colori, la variabilità delle condizioni atmosferiche, dal sereno al burrascoso, lo rendono un soggetto ideale per la sensibilità e la libertà dei pittori romantici. Gli esempi di dipinti ottocenteschi in cui il mare assurge a protagonista sono molti ma fra i più famosi che si possono citare troviamo il Mare di ghiaccio Caspar David Friedrich, la Zattera della Medusa di Théodore Géricault, la Valorosa Téméraire di William Turner e la veduta delle scogliere di Le Havre di Camille Corot, forse la più vicina alla nostra opera come soggetto ma distante dal punto di vista della resa pittorica. Da questo punto di vista i precedenti vanno cercati nella pittura paesaggistica francese di pochi anni precedente: Jean-Louis de Marne (1752-24 marzo 1829) e François Alexandre Pernot (1793-1865), che condivide lo stesso cognome di Auguste, sono due degli artisti francesi in cui ritroviamo stilemi più vicini a quelli della nostra Marina.

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