Si tratta di un’opera straordinaria, in cui l’autore dimostra un incredibile realismo e profondità emotiva nell'interpretazione della Madonna e del Cristo, accompagnati da san Giovanni Evangelista.

In una Spagna estremamente devota, Luis de Morales si annovera come uno dei pittori maggiormente interessati dagli aspetti drammatici della vita di Cristo, dal suo doloroso viaggio della Passione alla sua morte. Questo soggetto devoto, la Pietà, così frequente nell'arte cristiana, si rinnova nell'arte di Morales con enorme forza espressiva; non per niente l'artista è stato soprannominato il Divino, e non solo per la creazione di un'iconografia devota in linea con la spiritualità del tempo, ma anche per l'intensità intrinseca dei suoi dipinti religiosi.

La rappresentazione, di grande effetto drammatico, mostra Cristo, immediatamente dopo essere stato deposto dalla croce, accolto dolcemente tra le braccia della Vergine. L’intensa compassione materna si palesa anche con l'espressione sul suo volto che, consapevole da sempre del destino del figlio, trasuda sofferenza, malinconia ma anche serena rassegnazione. Cristo, abbandonato nell’abbraccio materno, mostra un volto emaciato e dolente, reso ancor più spettrale dalla bocca semiaperta.

L’albero della croce incombe sulle figure, risaltato da un suggestivo sfondo scuro completamente monocromo, a cui si contrappongono con forte illuminazione le tre figure.

E’ evidente nella pittura di Morales il taglio devozionale tipico della pittura controriformata, accentuato da uno stile che rimanda sia alla pittura italiana per la ricerca e gli effetti del chiaroscuro, ma anche a quella fiamminga e tedesca per i toni drammatici fortemente accentuati.

Nell’opera si evince una forte caratterizzazione fisica e psicologica dei personaggi, resa dai marcati effetti chiaroscurali e dalla costruzione plastica delle figure, anche utilizzando una tecnica dello sfumato, che mostrano l'influenza primaria di Leonardo da Vinci, Raffaello e Sebastiano del Piombo.

D'altra parte, la sua formazione fiamminga è evidente nella modellazione anatomica e nel trattamento delle pieghe della veste della Vergine, che conservano la nitidezza della tradizione pittorica nordica.

[1] Possiamo menzionare, tra più belle versioni affini alla nostra composizione:

- Fig.1 Luis de Morales (c. 1520-1586), La Piedad, c. 1568, Óleo sobre tabla 72 x 50 cm.
Museo de Bellas Artes de Bilbao (https://bilbaomuseoa.eus/obra-de-arte/la-piedad-82-2/)

- Fig.2 Luis de Morales, La Piedad, c. 1560, Óleo sobre tabla 126 x 98 cm.
Real Academia de Bellas Artes de San Fernando a Madrid (https://www.academiacolecciones.com/pinturas/inventario.php?id=0612)

- Fig.3 Luis de Morales, La Piedad, 1565 - 1570, Oil on panel 42 x 30 cm.
Museo del Prado (https://www.museodelprado.es/en/the-collection/art-work/pieta/58803f48-3ae7-40ce-9811-ee3e878f1a81)

- Fig.4 Luis de Morales, Triptych of the Pietà St John and St Mary Magdalene, c.1570, Oil on panel 84 x 131 cm., 
Museo del Prado (https://www.museodelprado.es/en/the-collection/art-work/triptych-of-the-pieta-st-john-and-st-mary/b6...)

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