Seguace di Jacopo Bassano, Allegoria della Primavera, XVII secolo

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Seguace di Jacopo Da Ponte, detto Jacopo Bassano, XVII secolo Allegoria della Primavera Olio su tela. Misure: Con cornice: cm L 122,5 x H 89 x P 6,5. Tela: cm L 106,5 x H 72 prezzo: trattativa riservata oggetto corredato da certificato di autenticità ed expertise...
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Seguace di Jacopo Da Ponte, detto Jacopo Bassano, XVII secolo

Allegoria della Primavera

Olio su tela. Misure: Con cornice: cm L 122,5 x H 89 x P 6,5. Tela: cm L 106,5 x H 72

prezzo: trattativa riservata

oggetto corredato da certificato di autenticità ed expertise (allegato a fondo pagina)

 

Il dipinto, di grande effetto decorativo e corredato da una cornice in legno intagliato e dorato nno coeva, è opera di un pittore, attivo nella metà del XVII secolo, seguace della celebrata scuola veneta dei Bassano da Ponte, famiglia di pittori che sviluppò la sua prospera bottega per oltre due secoli, fra Quattrocento e avanzato Seicento. Raffigura l’allegoria della Primavera con tutte le attività peculiari della stagione: in primo piano a destra è descritta la mungitura delle capre, mentre sulla sinistra un cacciatore, con i suoi cani al guinzaglio è pronto per una battura di caccia. Le scene sono ambientate in un paesaggio collinare con alcuni uccelli che volano tra i rami gemmati degli alberi.  In lontananza, a destra, la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso.

Si tratta di una composizione tratta dal ciclo Le Quattro Stagioni oggi restituita a Jacopo da Ponte (detto Bassano). La serie dei pittori da Ponte o dal Ponte, conosciuti anche come Bassano, inizia con Francesco il Vecchio, nato a Bassano del Grappa tra il 1470 e il 1480, artista di stile tardo-quattrocentesco. Ebbe quattro figli, tra i quali il famoso Jacopo, fondatore della scuola bassanesca. Jacopo ebbe otto figli, dei quali Francesco, Leandro, Giambattista e Girolamo, tutti pittori nella bottega paterna. Jacopo fu l’iniziatore di un genere biblico-pastorale che ebbe grande fortuna, impegnando la bottega ed i figli in numerose varianti. Con il passare degli anni, questi quadri, talora tratti dal Nuovo Testamento, o cicliche composizioni delle Stagioni, Mesi, degli Elementi, per soddisfare le richieste sempre più fitte della committenza borghese, diventarono un miscelamento di stili e soggetti, con fenomeni di assimilazione reciproca e di imitazione, all’interno di una vera e propria proto-industria delle immagini. La pittura bassanesca non terminò con la morte dei quattro figli di Jacopo: si trasmise invece ai loro discendenti per due generazioni. La dinastia si estinse nel 1661 e l'attività cessò definitivamente. Il successo delle loro produzioni, definite dalla critica come pittura di genere e/o pittura biblico-pastorale, in gran parte coincise con la fama del nome Bassano o bassanesca. Il carattere artistico delle loro opere si distingue per un'iconografia "di genere" che raramente permetteva loro di essere identificati come dipinti tradizionali poiché i Bassano non li dipingevano seguendo i canoni stabiliti della pittura di storia religiosa. La fortuna della pittura bassanesca fu grandissima e già in epoca seicentesca molti pittori non si fecero scrupolo di ricopiare, imitare e falsificare i dipinti e i temi dei Bassano, contribuendo così a creare spesso un inestricabile groviglio attributivo.

Le Quattro Stagioni sono certamente tra i lavori più rappresentativi delle iconografie bassanesche. L’impianto metaforico sembra oscurato dalla rappresentazione di ambienti pastorali e lavori rurali. Tuttavia, sullo sfondo di tutte e quattro le tele è rappresentata una scena dell'Antico Testamento: nel caso della Primavera, vi è raffigurata la Cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terreste.Jacopo Bassano si avvale di un semplice  schema compositivo: sullo sfondo di un paesaggio, le attività delle persone, degli animali domestici e delle attrezzature utilizzate descritte con vivido realismo narrativo. Il pittore ritrae i paesaggi nelle quattro tele, come una serie di studi sulla luce che cambia durante il giorno, creando effetti di interconnessione e complementari tra le opere. La luce mutevole del giorno diventa sempre più evidente: La Primavera inizia la serie bagnata di luce dell'alba, L'estate ha la piena luce del giorno, mentre L'Autunno rivela l'ultima luce che cambia dai toni caldi del pomeriggio volgendo al crepuscolo. In Inverno, la sera lascia il posto alla notte, la luce calante rivela lo splendore luminoso delle cime bianche delle montagne contro il cielo notturno scuro. In questa serie, l'apprezzamento di Jacopo per la natura è evidente, in combinazione con il suo interesse per le attività caratteristiche della vita rurale e domestica.

Il gruppo più significativo di dipinti che rappresentano questo tema iconografico è oggi conservato nel Kunst Historisches Museum di Vienna. La serie delle Quattro stagioni di Jacopo Bassano, concepita dall’autore nel 1570, appartenne alla celebre collezione dell'arciduca Leopoldo Guglielmo (1614-1656). La collezione dell'arciduca divenne in seguito una parte significativa dell'attuale collezione del Kunsthistorisches Museum di Vienna: Primavera, Estate, Autunno e Inverno (inv. nn. 4303, 4302, 4304, 2869). Nello stesso luogo è anche conservata la serie delle Quattro Stagioni dal figlio di Jacopo Bassano, Francesco, del 1580. La rappresentazione dei mesi e delle stagioni divenne oggetto di interi cicli pittorici, elaborati in più versioni. Se le diverse stagioni mostrano caratteristiche assolutamente affini, nell'intonazione bucolica, nel paesaggio dolcemente digradante verso colline azzurrognole, nel taglio della scena, sono di fatto assenti delle vere e proprie repliche o copie dello stesso soggetto.

Il successo del ciclo delle Quattro Stagioni si deve certamente alla presenza di numerose incisioni le cui stampe circolarono in modo diffuso e capillare. Nel 1660, David Teniers il giovane pubblicò il suo Theatrum Pictorium, in cui registrò la maggior parte della collezione di dipinti italiani che l'arciduca Leopoldo Guglielmo d'Austria aveva raccolto nel palazzo di Coudenberg a Bruxelles incaricato come governatore dei Paesi Bassi spagnoli. Esistono diversi cicli di stampe, alcuni probabilmente tratti dalle stesse incisioni che circolavano. Ne è un esempio quello inciso da Jan Sadeler I e stampato da Jaques Callot, i cui fogli stampati mostrano i soggetti nuovamente in controparte rispetto alle incisioni del Teniers, e dunque nel verso uguale ai dipinti. Si segnala inoltre l’esistenza di altre celebri serie delle Stagioni, una conservata al Castello Sforzesco di Milano, una al Museo Nacional del Prado di Madrid, una alla Galleria Nazionale di Palazzo Spinola di Genova, una alla Galleria Borghese di Roma.Presumibilmente, il pittore del dipinto in oggetto, ebbe la possibilità di vedere e dunque di ispirarsi a dipinti tratti dalle opere viennesi oppure, nella bottega, si possedeva una di quelle stampe.

Carlotta Venegoni

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