XVII secolo, Scuola napoletana, Scena di battaglia

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XVII secolo, Scuola napoletana Scena di battaglia Olio su tela, cm 55,5 x 70,5 Con cornice, cm 71 x 86   Genere pittorico a sé stante sul principio del Seicento, il battaglismo conobbe grande fortuna negli ambienti privati delle famiglie aristocratiche di...
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Ars Antiqua SRL Ars Antiqua apre nel 2000 per iniziativa di Federico Bulga...

XVII secolo, Scuola napoletana

Scena di battaglia

Olio su tela, cm 55,5 x 70,5

Con cornice, cm 71 x 86

 

Genere pittorico a sé stante sul principio del Seicento, il battaglismo conobbe grande fortuna negli ambienti privati delle famiglie aristocratiche di tutta Italia. La scuola napoletana costituì una fucina a parte, mantenendo quel formalismo già seminato e maturato dalla controparte fiamminga. L’affresco commissionato al Cavalier d'Arpino nel 1600 per il Palazzo dei Conservatori a Roma e terminato l'anno seguente con la Battaglia dei Romani sotto il Re Tullio Ostilio, contro Veienti e Fidenati costituì sicuramente un punto di riferimento imprescindibile per qualsiasi battaglista dedito al mestiere. 

Il cromatismo vibrante e i contorni sfumati tratteggiati da una pennellata marcatamente esaltante rimasero un tratto caratteristico dei pittori napoletani, perfettamente funzionali a rendere l’animosità dei contendenti sul campo di volta involta raffigurato. Salvator Rosa fu l’apripista del genere; a lui seguirono Filippo Napoletano, Carlo Coppola, Marzio Masturzo, Ciccio Graziani e Gerolamo Cenatiempo, allievo del Solimena ed attivo a Napoli nella prima metà del Settecento. Tutti questi artisti svicolarono da intenti encomiastici o lirici, perfezionando un figurativismo narrativo che avrebbe poi costituito il modulo prospettico del genere: un ampio spazio aperto con fila di cavalieri e fanti affondati lungo un paesaggio sconfinatamente parco, al di sotto di un cielo sereno o al tramonto, quasi sempre accompagnati da un elemento verticale quale una torre, una rocca o, in composizioni più serrate, un ponte. 

Tra i battaglisti successvi è possibile annoverare Vincent Adriaenssen detto il Manciola, Antonio Calza, Francesco Casanova, Michelangelo Cerquozzi, Jacques Courtois detto il Borgognone, Andrea De Lione, Niello Falcone, Domenico Gargiulo, Antonio Marini,  Francesco Monti detto il Brescianino, Christian Reder, Pandolfo Reschi, Francesco Simonini, Ilario Spolverini, Matteo Stom e Antonio Tempesta.

 

L'oggetto è in buono stato di conservazione

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