Ritratto di gentiluomo all'età di cinquantanove anni, Michiel Jansz van Mierevelt (Delft 1566 - 1641) cerchia
Michiel Jansz van Mierevelt (Delft 1566 - 1641) cerchia
Ritratto di gentiluomo in abito scuro con gorgiera, all'età di cinquantanove anni, 1624
In alto a destra stemma di famiglia, età dell'effigiato “59”, e la data “1624”
Olio su tela
55 x 42 - Incorniciato 86 x 73 cm
Antico dipinto fiammingo, realizzato ad olio su tela, che raffigura un distinto gentiluomo immortalato all’età di 59 anni - come indicato dall’iscrizione - e vestito con abiti signorili dell'epoca, precisamente un abito semplice nero, chiuso sul petto con una fila di bottoni ed arricchito da un sorprendente, ampia gorgiera bianca plissettata definita ‘a ruota di mulino’.
La realizzazione dei dettagli e il realismo con cui è dipinto sono sorprendenti, con particolare attenzione dedicata allo sguardo, che sembra quasi dialogare con lo spettatore grazie ad uno sguardo quasi ipnotico che guarda diretto fuori dal dipinto.
Si tratta di un’opera agevolmente riconducibile ad un autore della scuola del celebre ritrattista fiammingo Michiel Jansz van Mierevelt (Delft 1566 - 1641), attivo nella prima parte del Seicento (l’opera è datata 1624).
Si consideri che la ritrattistica a Delft all'inizio del XVII secolo è dominata da Herman van der Mast (c.1550-c.1610), Jacob I Willemsz Delff (c.1540-1601) e soprattutto Michiel Jansz. van Mierevelt (1567-1641) che, alla morte dei primi due, si impadronì della quasi totalità della ricca clientela della città.
Divenne il riferimento indiscusso di quest'arte, rinomato per il suo straordinario talento come pittore e per la sua capacità di trasporre su tela l'acutezza psicologica dei suoi modelli.
In nostro autore ne eredita la grande maestria, capace di dare vita all'effigiato, catturandone l’essenza.
La composizione del dipinto è molto interessante: l'uomo è posto in uno sfondo buio e austero, che evidenzia la sua figura e i suoi vestiti. Sebbene estremamente semplice, va notata la raffinatezza nel trattamento dei tessuti e del colletto, risaltato da un bianco luminoso.
L’austerità e l’imponenza dell’uomo contrastano nettamente con il fiore che egli tiene tra le mani, con un gesto quasi impacciato: un piccolo garofano rosa, che funziona come un ossimoro e ha il potere di addolcire e intenerire una figura così severa.
In realtà, il fiore potrebbe essere portatore di un valore simbolico, attributo iconografico molto frequente nella storia dell'arte rinascimentale, utilizzato non solo in dipinti devozionali per le chiare allusioni cristologiche ma citato anche in ritratti per simboleggiare l'amore e il vincolo affettivo.
Buone condizioni di conservazione; il dipinto è incorniciato in un'elegante cornice in legno ebanizzato, che valorizza ulteriormente la bellezza e l'importanza dell'opera.
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L’opera venduta viene corredata di certificato di autenticità e garanzia.
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