Maddalena penitente

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XVII secolo Maddalena penitente Olio su onice, cm 17 x 13   L’oggetto in esame, riferibile al XVII secolo, rappresenta un’elegantissima lastra in onice raffigurante ad olio la Maddalena penitente con i caratteristici attributi: da una parte il teschio,...
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Ars Antiqua SRL Ars Antiqua apre nel 2000 per iniziativa di Federico Bulga...

XVII secolo

Maddalena penitente

Olio su onice, cm 17 x 13

 

L’oggetto in esame, riferibile al XVII secolo, rappresenta un’elegantissima lastra in onice raffigurante ad olio la Maddalena penitente con i caratteristici attributi: da una parte il teschio, simbolo ricorrente della caducità della vita e della necessità di concentrarsi sulla salvezza eterna, che ricorda alla Maddalena la sua fragilità umana e la spinge a vivere una vita di preghiera e contemplazione; dall’altra il crocifisso, espressione della fede e della speranza nella salvezza attraverso il sacrificio di Cristo, costante promemoria dell'amore di Dio e della sua misericordia. Raffigurata come una giovane donna di straordinaria avvenenza e sensualità, con lunghi capelli sciolti ed un volto intenso segnato dalla sofferenza, la Maddalena incarna con la sua bellezza, un tempo simbolo di vanità e peccato, la purificazione dell’anima. Figura femminile caratterizzata da grande intensità emotiva e spirituale, la sua storia, narrata nei Vangeli, è quella di una donna che, dopo una vita di peccato e mondanità, incontra Gesù e ne riceve il perdono. Da quel momento, la sua esistenza cambia radicalmente: Maddalena segue il Messia, lo assiste nella sua predicazione e, dopo la sua morte e resurrezione, ne diviene una delle principali testimoni.

Ad accrescere il valore di questo manufatto, oltre alla perizia tecnica nel modellato della figura e nella minuzia dei dettagli, concorre il particolare supporto utilizzato dall’artista, l’onice. In linea con il gusto per Mirabilia e Wunderkammer, a partire dal Seicento iniziò a diffondersi anche l’interesse per la pittura su lastre di pietra, le cui naturali venature venivano sfruttate dagli artisti come base per l’illustrazione a olio di scene sacre, come in questo caso, ma anche talvolta di paesaggi e marine: non era strano all’epoca, infatti, trovare nelle dimore più prestigiose superfici lapidee decorate intatte entro grandi cornici o inserite in oggetti di alto pregio artistico, alla stregua di dipinti. 

L’onice, nello specifico, veniva particolarmente apprezzato in quanto materiale caratterizzato dalla presenza di concrezioni, grazie alle quali assumeva un aspetto particolare con una struttura variabile fibroso-compatta, fibroso-raggiata, fibroso-parallela e zonato-concentrica; esso aveva la caratteristica di essere traslucido e con zonature variegate, da millimetriche a centimetriche, più sovente nella tonalità del marrone, che donavano a questo marmo un aspetto variopinto e diafano. Per le dimensioni e il soggetto raffigurato, l’oggetto in esame, di fatto, si pone come un arredo devozionale, per il culto privato.

 

L'oggetto è in buono stato di conservazione

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