Pedro de Orrente (1580 - 1642) Nozze di Cana
Pedro de Orrente (Murcia, 1580 - Valencia, 1642)
Nozze di Cana
Olio su tela, 102 x 142
Il dipinto in esame rappresenta le Nozze di Cana, che secondo il Vangelo di Giovanni è il momento in cui Gesù compie il suo primo Miracolo. «Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». […] Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro: «Riempite d'acqua le giare»; e le riempirono fino all'orlo. Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. […]. Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.2,1-11.
L’opera è la ripresa puntuale del modello realizzato da Pedro de Orrente (1580-1642), figlio di Jaime de Horrente, commerciante di origine marsigliese stabilitosi a Murcia nel 1573. Juan de Arizmendi, pittore di cui non si sa altro, fu forse il primo responsabile della sua formazione prima di lasciare Murcia. Nel 1600 Pedro era già a Toledo dove contrasse, "gratuitamente e fuori curatela", la pala d'altare della Virgen del Saz nella città di Guadarrama (Madrid), opera che non si è conservata. Non se ne hanno più notizie fino al 1604, quando un certo Jerónimo de Castro si impegna a pagare il padre del pittore a Murcia per un San Vidal che Orrente aveva dipinto per lui. Ne consegue che Pedro era assente perché forse impegnato nel viaggio in Italia che lo mette in contatto con i pittori veneti, in particolare con i Bassano. Nel 1612, realizza la Benedizione de Jacob dalla collezione Contini, opera già completamente bassanesca, oltre a dare facoltà ad Angelo Nardi di ritirare per suo conto una tela che aveva dipinto per un argentiere di Madrid, il che implica l'esistenza di un rapporto di amicizia con il pittore italiano. I debiti della pittura veneta sono ben evidenti nel dipinto in esame, si guardino certi dettagli, come la presenza di un cagnolino simbolo di fedeltà coniugale che compare spesso nella produzione artistica Veneta del Cinquecento, dalla famiglia dei Bassano a Tiziano, Veronese e Tintoretto. Così come paragonabile con i veneti è l’inserimento della scena, gremita di personaggi ben caratterizzati nei volti, nei gesti e nei movimenti, entro quinte architettoniche di indubbio gusto classicheggiante. Orente è sicuramente venuto a contatto diretto con la Pittura di Jacopo Bassano, da cui riprende il tenebrismo, e degli altri Maestri veneti durante il suo viaggio in Italia. Ma si ricordano anche gli stretti rapporti intercorsi fra la Spagna del Cinquecento e i pittori veneti spesso chiamati alla corte di Carlo V e del figlio Filippo II che hanno suscitato un forte interesse negli artisti veneti, fra i quali Pedro de Orente.
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