Scuola Italiana del XVII secolo

Vergine Assunta

Olio su tela, cm 93 x 81 

Cornice cm 110 x 97

La presente Assunzione della Vergine accoglie innovativamente una parte dell’iconografia tipica del dogma dell’Immacolata Concezione, ossia l’aureola costituita da dodici stelle. L’accostamento a posteriori e per risonanza tradizionale di tale attributo alla figura dell’Immacolata, (nei testi, questa corona compare soltanto nel capitolo 12 dell’Apocalisse e in riferimento alla donna cinta di sole che San Giovanni ammira in visione) rende di fatto la stessa corona elemento non significante univocamente l’incorruttibile purezza ma, più in generale, l’eterna essenza della Madonna nel tempo umano e divino. La mancanza, nella presente opera, degli attributi invero sicuramente caratterizzanti L’Immacolata Concezione, quali la serpe calpestata e la luna o globo terracqueo calcato da Maria, qualificano l’istante dipinto come successivo alla dormitio Virginis, in cui l’arcangelo Michele con Gesù scende sulla terra per riunire anima e corpo della Vergine e trasvolarla in paradiso tra un turbine di angeli (Legenda aurea, Jacopo da Varazze, XIII secolo).

Il presente dipinto è accostabile alla lezione del cosiddetto classicismo seicentesco di area centro italica, anche se un tattile cangiantismo lo sdogana dai vincoli stilistici e compositivi di questa “corrente”. Impossibile ignorare i rimandi figurativi a Guido Reni (Bologna, 1575 – ivi, 1642), davvero somiglianti, oppure alle solide volumetrie del di questi allievo Giovanni Andrea Sirani (Bologna, 1610 – ivi, 1670).

Una riflessione sull’insegnamento della grande pittura di inizio secolo emiliano conduce, nella presente Assunzione, all’utilizzo di un lessico artistico perfettamente moderno, in cui l’eccezionale meraviglia che desta l’opera sopraffà qualsiasi modello scolastico. 

L'oggetto è in buono stato di conservazione