da Salvator Rosa, Scuola della fine del secolo XVII, Marina con pescatori

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da Salvator Rosa, Scuola della fine del secolo XVII Marina con pescatori Olio su tela, cm 100 x 126 con cornice, cm 111  x 136  Esemplato sull’omonima tela di Salvator Rosa (1615-1673), oggi conservata presso la Galleria Palatina di Palazzo Pitti ,...
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da Salvator Rosa, Scuola della fine del secolo XVII

Marina con pescatori

Olio su tela, cm 100 x 126

con cornice, cm 111  x 136 

Esemplato sull’omonima tela di Salvator Rosa (1615-1673), oggi conservata presso la Galleria Palatina di Palazzo Pitti , l’opera figura una Marina al tramonto con barche, pescatori, e ruderi di un castello. Il Dipinto fiorentino, proveniente da casa Ricciardi, fu eseguito durante il periodo fiorentino del Rosa per il Cardinale Giancarlo de Medici La tela è un pendant per un altro dipinto, sempre conservato a Palazzo Pitti, raffigurante Il Ponte; i due dipinti sono stati realizzati dal pittore subito dopo 1640 e sono ancora legati a uno stile di pittura che mostra una nuova raffinatezza nella resa tonale del paesaggio da lui subito acquisita a Roma e conciliata con la propria naturale tendenza verso un tipo di composizione variata e pittoresca, molto simile alla Veduta del Golfo della Galleria Estense di Modena e a altri dipinti di Modena di tale anno. Esistono alcune copie di dipinti che ne attestano la celebrità, tra i più caratteristici della produzione giovanile del Rosa, come la copia del dipinto conservata alla Corsham Court. 

Allievo in terra natia del Fracanzano, di Jusepe de Ribera e di Aniello Falcone, battaglista, Rosa si trasferì a Roma nel 1635 grazie alla protezione del cardinal Brancacci dove conobbe i bamboccianti e l’opera di Peter van Laer e Cerquozzi che avevano un atteggiamento innovativo nei confronti della natura in opposizione al pesante ed accademico Barocco romano. Agli anni 1639-1640 risale un mutamento in senso classicista del suo stile, per influsso di Claude Lorrain, Nicolas Poussin e Pietro Testa, evidente nella concezione del paesaggio, che si concilia comunque con la sensibilità propria dell’artista per la resa degli aspetti pittoreschi della natura. Ben presto rinnegherà quel linguaggio pittorico della Scuola dei Bamboccianti, per entrare nella bottega del pittore Jusepe de Ribera, detto lo Spagnoletto fedele continuatore del luminismo caravaggesco, creatore di una pittura drammatica e tenebrosa, ricca di vistosi effetti di chiaroscuro.

Le opere di Rosa rendono magistralmente la tensione tra il creato e l'elemento umano, del quale viene evidenziata la piccolezza materiale e l'impotenza nei confronti della natura, elementi che emergono anche nella coppia di dipinti qui analizzati, dove la figura umana diventa minuta di fronte alla maestosità del suggestivo paesaggio. 

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