Cristo Crocifisso

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Cristo Crocifisso ultimo decennio del XV secolo legno dipinto: cm 46 x 46   (1)    La scultura si caratterizza per la posa frontale composta e solenne, proporzioni rigorose secondo il canone dell’ “Uomo Vitruviano” (l’altezza del Cristo...
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Studio Zenale
Studio Zenale prende il nome dal pittore rinascimentale Bernardino Zenale, massimo art...
Cristo Crocifisso
ultimo decennio del XV secolo
legno dipinto: cm 46 x 46
 
(1)   La scultura si caratterizza per la posa frontale composta e solenne, proporzioni rigorose secondo il canone dell’ “Uomo Vitruviano” (l’altezza del Cristo è pari all’estensione delle braccia), le membra delicate (si osservi il volto con i tratti sottili e la bocca dischiusa, non gravato da un’espressione di sofferenza), la gracile muscolatura e il perizoma di tela gessata sull’addome aderente così da sottolineare la forma del corpo.
Il punto di stile dell’opera è ravvisabile nei modi tardi di Benedetto da Maiano, sviluppati in senso delicato e attraverso una piena dolcezza di forme.
Sono peculiarità espressive che consentono un riferimento a Leonardo del Tasso, autorevole esponente della celebre famiglia di artisti fiorentini, stretto e qualificato collaboratore di Benedetto da Maiano, del quale col padre Chimenti, nel 1497, aveva ereditato la bottega «nella via de’ Servi», dove si producevano Crocifissi monumentali, processionali e di piccole dimensioni, come indica l’inventario della bottega steso alla morte dello scultore.
Personalità di rilievo nello svolgimento della vicenda artistica della seconda metà del Quattrocento a Firenze, nato nella città toscana nel 1464, fu avviato all’arte dal padre, e fu versatile scultore in argilla, legno e marmo, come attesta la magnifica «tavola di marmo delle monache di Santa Chiara» a Firenze menzionata nelle ‘Vite’ del Vasari oggi nel Victoria and Albert Museum di Londra (post 1493), e il Tabernacolo col San Sebastiano (1495-1500) nella chiesa di sant’Ambrogio a Firenze eseguito in collaborazione con Filippino Lippi.
Leonardo del Tasso si fece interprete di una scultura che privilegiò un’immagine del Crocifisso non sfigurato dal dolore impressa dal Perugino nella Crocifissione in Santa Maria Maddalena de’ Pazzi (1493-1496) a Firenze, in sintonia col Crocifisso (1495 ca.) intagliato da Benedetto da Maiano sull’altare maggiore della Cattedrale di Firenze,  che rivelò nell’ambiente fiorentino un senso della morte sereno nell’affidarsi a Dio, attestato anche nell’opera qui presentata.
In sintonia con questi valori espressivi, Leonardo realizzò un’immagine del Cristo Crocifisso tramite una lavorazione del legno sensibile ai morbidi trapassi chiaroscurali, come indica la struttura del torace.
L’accurato intaglio spiega l’imprimitura (gesso e colla) poco spessa, sulla quale è steso un sottile strato di policromia; un sapiente restauro condotto nel 2024 dalla Dr.ssa Anna Fulimeni nel suo studio di Firenze ha restituito in particolare la policromia cenerino del carnato, come si desume dalla ‘Relazione di restauro’ che correda l'opera. 
Il perizoma di tela gessata annodato sull’addome aderente al corpo ne esalta il plasticismo.
La matrice maianesca è attestata nel quieto Cristo morente e nella resa morbida della muscolatura, priva di tensioni;  se ne differenzia, invece, nella posa della testa, quasi adagiata sulla spalla destra, e nei capelli intagliati con vigore come fossero serpenti aggrovigliati, sofisticati nelle ricadute attorte a spirale, che incorniciano un volto dai lineamenti affilati (il naso è allineato con la fronte) con la barba bifida appuntita, gli occhi allungati con la palpebra abbassata.
La concezione pacata del corpo di Cristo con la testa inclinata in avanti, piegata verso la spalla destra, e la capigliatura spartita a ciocche, offrono riscontri formali, nel volto dalle labbra carnose dischiuse, nella ricaduta dei capelli e nella flessione delle gambe, con altri simili lavori riferiti a Leonardo del Tasso.
Si tratta di un ‘corpus’ di Crocifissi con dimensioni tra i settanta e gli ottanta centimetri (Firenze, Ospedale di Santa Maria Nuova; Panzano in Chianti, chiesa di Santa Maria; Badia a Passignano, chiesa di san Michele), diffusi anche con dimensioni minori (Firenze, Museo Nazionale del Bargello cm 32,5; Aosta, collezione privata cm 33; Milano, collezione privata cm 48; Assisi, collezione privata, cm 35).
Sono opere databili tra il 1495 ed il 1500 perché replicano un medesimo modello, identificato da Gentilini nel Crocifisso attribuito a Michelangelo intorno al 1495, oggi al Museo Nazionale del Bargello a Firenze:  una nuova immagine del Cristo caratterizzata dalla decisa inclinazione della nobile testa reclinata sulla spalla destra che lo distingue dalla tradizione quattrocentesca, e un corpo armonioso dalla spiccata sensibilità anatomica e dalle proporzioni vitruviane.
Il Crocifisso presentato costituisce per le ragioni enunciate una nuova e importante acquisizione al catalogo di Leonardo del Tasso.
 
 
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(1)  Le presenti note sono uno stralcio della scheda storico-critica che correda il Crocifisso, predisposta dallo Storico dell’Arte autore degli studi più recenti e completi su Leonardo del Tasso. 

 

 

 

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