XVIII secolo, San Nicola
XVIII secolo
San Nicola
Legno intagliato policromo, alt. cm 133
Nel passato le statue lignee erano frequentemente commissionate agli artisti per gli esiti di intenso naturalismo che coinvolgeva emotivamente i fedeli. Il legno, inoltre, prestandosi più del marmo o della pietra ad essere dipinto, ne accentuava l’illusionismo e creava opere di grande fascino e suggestione destinate sia alla devozione privata, sia agli spazi ecclesiastici, conventuali o monastici.
San Nicola di Bari, noto anche come san Nicola di Myra (Patara di Licia, 270 circa - Myra, 343), è venerato come santo dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa ortodossa e da diverse altre confessioni cristiane, fu vescovo di Myra (oggi Demre). È noto anche al di fuori del mondo cristiano perché la sua figura ha dato origine al mito di Babbo Natale. Le sue reliquie sono conservate a Bari, Venezia, Rimini, Saint-Nicolas-de-Port, Bucarest, Volos ed anche in Bulgaria, nella chiesa della città di Cernomoretz. Nacque probabilmente a Pàtara di Licia, fra il 261 ed il 280. Cresciuto in un ambiente di fede cristiana, perse, secondo le fonti più diffuse, prematuramente i genitori a causa della peste. Divenne così erede di un ricco patrimonio che distribuì tra i poveri e perciò ricordato come grande benefattore. In seguito lasciò la sua città natale e si trasferì a Myra dove venne ordinato sacerdote, diventando poi vescovo. Imprigionato ed esiliato nel 305 durante la persecuzione di Diocleziano, fu poi liberato da Costantino nel 313 e riprese l'attività apostolica. Non è certo che sia stato uno dei 318 partecipanti al Concilio di Nicea del 325: secondo la tradizione, comunque, durante il concilio avrebbe condannato duramente l'Arianesimo, difendendo l'ortodossia, ed in un momento d'impeto avrebbe preso a schiaffi Ario. Gli scritti di Andrea di Creta e di Giovanni Damasceno confermerebbero la sua fede radicata nei principi dell'ortodossia cattolica.
La prima occasione per manifestare la propria carità gli fu offerta da un vicino di casa, un uomo, un tempo agiato ed ora ridotto in miseria a tal punto, da non poter dare neppure una piccola dote alle sue tre bellissime figlie.
Le tre giovani fanciulle stavano per imboccare una strada disonorevole, ma il giovane Nicola avvertito da Dio mediante un sogno fece segretamente recapitare tre gruzzoli di monete, avvolte in un fazzoletto, al povero padre che potè così accasare dignitosamente le figlie. A causa di questo episodio S.Nicola, come nell'opera in esame, è spesso raffigurato con tre palle dorate o tre sacchetti di monete.
La scultura si caratterizzata per l'abilità dell'artista nel definire il panneggio, elegante e articolato nella resa delle pieghe, appena mosse, oltre ai particolari come la barba o i capelli resi analiticamente ciocca per ciocca.
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