Jacques Callot (Nancy 1592 – 1635) - coppia di acqueforti

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Coppia di acqueforti. Dimensioni: 20x10cm   con cornice 40x30cm Jacques Callot (Nancy, 1592 – Nancy, 1635) è stato un incisore francese. Nacque in una famiglia nobile apparentata con quella del duca. A quindici anni entrò presso la bottega dell'orafo Demange Crocq, dove apprese i...
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Coppia di acqueforti.

Dimensioni: 20x10cm   con cornice 40x30cm

Jacques Callot (Nancy, 1592 – Nancy, 1635) è stato un incisore francese.

Nacque in una famiglia nobile apparentata con quella del duca. A quindici anni entrò presso la bottega dell'orafo Demange Crocq, dove apprese i rudimenti del disegno con Jacques de Bellange e Claude Deruet oltre all'uso del bulino.

Successivamente, nel 1608 si trovò Roma, presso l'incisore di Troyes Philippe Thomassin, dove perfezionò la pratica con il bulino, copiando le opere di maestri italiani e fiamminghi. In questa fase rimase attratto dalle opere di Agostino Carracci.

Nel 1612 si trasferì a Firenze, restandovi per nove anni sotto la protezione di Cristina di Lorena. Qui incise, presso l'incisore Giulio Parigi, nel 1616 circa le Tentazione di sant'Antonio, nel 1617 la serie dei Capricci, ispirata al teatro, al costume popolare e al Carnevale, tra il 1619 e il 1620 le sei tavole di corredo alla prima edizione del Solimano di Prospero Bonarelli, infine nel 1620 la Fiera dell'Impruneta. A Firenze sperimentò la tecnica dell'acquaforte che diverrà una delle sue modalità espressive preferite. Le sue incisioni evidenziarono un linguaggio artistico piuttosto personale e originale, a metà strada tra il galante e il grottesco, sorretto da un gusto compositivo estremamente raffinato.[1]

Nel 1621 si stabilì a Nancy, dove incise i disegni riportati dalla Penisola: i Gobbi, i Balli di Sfessania e la Grande Passione. Con il ciclo degli Zingari intensificò il suo interesse per i fatti quotidiani e per una visione sempre più realistica del mondo.

Nel 1624 si sposò con Catherine Kuttinger.

Nel 1627 si trovò Breda dove incise l'assedio della città, successivamente con la stessa tecnica, fissò sulla carta sia l'assedio di Saint-Martin-de-Ré che quello de La Rochelle, sempre su incarico del re Luigi XIII.

Tra il 1628 e il 1631 soggiornò più volte a Parigi, dove affidò a Israël Henriet l'edizione delle sue lastre.

Tornato a Nancy nel 1632, dove assistette sia all'invasione francese del Ducato di Lorena che alla peste, eseguì Le Miserie della guerra nel 1633 e la seconda versione della Tentazione di sant'Antonio dedicata a Louis Phélypeaux.

Dal suo cognome derivano le cosiddette figurine alla Callot che sono miniature comiche o grottesche eseguite, per decorare tabacchiere e scatoline, in oro o in argento, o dipinte su porcellana. In Italia sono anche conosciute come caramogi.

Numero 7 Antiquariato

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