Guanyin di avorio
Guanyin di avorio della dinastia Qing in piedi sopra un fiore di loto e con fiore di loto fra le mani.
Avorio in ottimo stato di conservazione.
Misure: cm h 33,5x7
Guanyin rappresenta la personificazione femminile di Avalokitesvara, bodhisattva della grande compassione, a cui è collegato il conosciutissimo mantra Om Mani Padme Hum. Si tratta di una personificazione appartenente in particolare alla tradizione spirituale cinese. E’ venerata nel Buddhismo Mahayana come un bodhisattva: in questa tradizione a lei viene ascritto il Sutra del Cuore; mentre nella tradizione Taoista le viene attribuito il dono dell’immortalità. A questa caratteristica in particolare è associata la leggenda che la vuole reincarnata nella principessa Miaoshan. Nel Buddhismo tibetano è invece associata a Tara. Letteralmente il suo nome significa “Colei che ascolta i lamenti del mondo”. Il nome Guanyin infatti si compone di tre suoni con significati precisi:
Guan – che rende il sancrito vipasyana “osservare, ascoltare, comprendere”
shi – che si riferisce al ciclo sofferente del samsara delle continue rinascite nel mondo
yin – che significa “suono, lamento”.
Una delle raffigurazioni più diffuse è quella con mille braccia, che riprende direttamente il simbolismo collegato alla rappresentazione di Avalokitesvara. Di queste mille braccia, quattro sono in evidenza rispetto a tutte quelle sullo sfondo e ciascuna sorregge un occhio, a simboleggiare la sua costante attenzione ai dolori del mondo. Molte sono però le forme in cui può essere rappresentata Guanyin: nel Sutra del Loto ne sono elencate ben 33, 7 delle quali sono femminili. Talvolta è vestita interamente di bianco, all’interno di un fiore di loto, sempre bianco. Nella mano destra regge un vaso o una brocca, contenente il nettare dell’immortalità, mentre nella sinistra un ramo di salice, a simboleggiare la volontà di flettersi e inchinarsi alle richieste e alle preghiere di tutti i viventi.A volte è rappresentata insieme ai suoi due discepoli: Longnu – in sanscrito NagaKanya “Principessa dei Naga” – che divenne sua discepola come raccontato nella leggenda (che spiega il perché Guanyin talvolta sia rappresentata, nell’ arte cinese, nell’ atto di cavalcare un drago) e Shancai, raffigurati entrambi come fanciulli. Talvolta è raffigurata accompagnata da un pappagallo bianco, alla sua destra, recante una perla nel becco, simbolo dell’amore filiale.