Manifattura Antonibon del XVIII secolo, Piatto
Manifattura Antonibon, XVIII secolo
Piatto
Ceramica, cm diametro 40
Il piatto in esame costituisce un esempio rappresentativo della produzione della fornace della famiglia Antonibon di Nove di Bassano (Bassano del Grappa).
Le origini storiche della ceramica di Nove risalgono al secolo XVIII, e più precisamente alla metà di esso, quando gli organi preposti dalla Serenissima Repubblica alla gestione economica incentivarono e promossero la nascita di manifatture del settore per contrastare l’importazione di ceramiche da altri centri, quali soprattutto Lodi, Faenza e Genova. Nacque così la prima manifattura specializzata in ceramica appartenente alla famiglia dei Manardi di Bassano del Grappa. Bassano divenne un importante centro di produzione per altri due secoli grazie alle varie manifatture della zona come i Viero, grandi ceramisti dell’Ottocento, ma anche i Cecchetto, i Marcon, e gli Agostinelli, i Minghetti provenienti tutti da Nove.
Di fondamentale importanza fu il lavoro svolto dalla famiglia di ceramisti Antonibon, attiva tra la fine del XVII secolo e la seconda metà del XIX. Il capostipite fu probabilmente Pasquale che nel 1670 fondò, a Nove di Bassano, una prima fabbrica di terraglie. Con il tempo si specializzarono nella produzione di vasellame di tipo comune finché nel 1728, Gian Battista Antonibon ottenne dalla Serenissima il “privilegio” per la fabbricazione di maioliche. Ottenuto il definitivo riconoscimento della fabbrica riuscì ad aprire una bottega a Venezia e ad ottenere altre concessioni a Nove, diventando la fabbrica di ceramiche più importante della Repubblica Veneta. Particolarmente apprezzate in questo periodo è la produzione di maioliche azzurre, che guardano alle manifatture olandesi di Delft, e i cosiddetti “lantesini” o ceramiche bianco-azzurrognole sbalzate decorate a fiori policromi. È con Pasquale, figlio di Gian Battista che la fabbrica viene portata al massimo dello splendore con una produzione raffinata che ebbe grade fortuna commerciale. Fortuna che dura anche per tutto l’Ottocento grazie agli splendidi vasi in stile neo-rococò decorati con motivi floreali resi con estrema vividezza con l’aggiunta di plastiche con putti a tutto tondo, elementi fitomorfi e rocaille a rilievo. I successi ottenuti dalla ditta Antonibon continuarono alla Esposizione regionale del 1871 a Vicenza, all’Esposizione internazionale di Vienna nel 1873 in cui sarà l’unica ditta veneta a partecipare. Nel 1907 la manifattura passa alla proprietà della Famiglia Barettoni che ancora oggi ne continua la tradizione con grande maestria e originalità.
Il presente piatto, proveniente senza alcun dubbio dalla fabbrica della famiglia Antonibon, fu realizzato tra il 1728 e il 1738, anni in cui Gian Battista predilige un decoro che guarda alla tradizione olandese con motivo decorativo blu, rielaborata poi da qualche ornatista novese. Questo grande piatto tondo con tesa liscia presenta una decorazione floreale con al centro due margherite accompagnate da un groviglio, più o meno fitto, di fiori, steli, foglie che compongono una struttura a cerchio. Anche il bordo ospita una decorazione composta da elementi floreali di ogni genere. Il colore utilizzo passa dalla gamma dei delicati azzurri alle gradazioni più intense de cobalto creando una decorazione di notevole eleganza e semplicità.
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