XIX secolo, La vinaiola
XIX secolo
La vinaiola
Olio su tela, cm 115 X 85
Con cornice, cm 142 X 115
L’opera in esame, un olio su tela inserito all’interno di un’elegante cornice intagliata e dorata, presenta come soggetto una vinaiola intenta a imbottigliare il vino attraverso l’utilizzo di un imbuto.
Nel corso del XIX secolo ci fu un vero e proprio filone artistico, chiamato “pittura dal vero”, comprendente Realismo e Verismo, che si dimostrò attentissimo ai mutamenti sociali, economici e politici legati alla crescita del proletariato urbano e alla nascita della lotta di classe. Gli artisti che aderirono a tale filone, soprattutto in Francia e in Italia, rifiutarono ogni forma di idealizzazione, trattando temi e soggetti ispirati direttamente dal mondo contemporaneo, che non di rado celavano caratteri di denuncia marcati e provocatori. Estrema attenzione venne dedicata al mondo del lavoro e, soprattutto, alla condizione della donna nei contesti lavorativi di quel tempo, sia nelle grandi città industrializzate sia nelle campagne, quest’ultime ancora legate a tradizioni e stili di vita quasi arcaici.
In questo caso l’artista, vicino per carattere stilistico ed iconografico ai modi del fiorentino Arnaldo Tamburini (Firenze, 1853 – 1908 ca.), decide di porre la sua attenzione sul mondo enologico, in particolar modo al contesto siciliano trapanese legato alla produzione del Marsala, come si deduce dal marchio “Augugliaro Lamia” riportata sulla botte. Esso fu il primo vino italiano ad avere risonanza mondiale, grazie soprattutto al suo principale esportatore, l’inglese John Woodhouse, originario di Liverpool, colpito dalla bontà del vino dolce locale assaggiato casualmente in un’osteria del porto e dal prezzo vantaggioso. Gli inglesi, infatti, erano grandi esperti di vini liquorosi e necessitavano di rifornire di vino le tavole delle corti nobiliari e della ricca borghesia industriale. La tela, dunque, rappresenta una straordinaria testimonianza storica e sociale, una finestra sul passato che permette allo spettatore di riscoprire usi, costumi e tradizioni. Da un punto di vista stilistico l’opera presenta una gamma cromatica giocata sui toni brunastri e terrosi, accentuata da forti giochi chiaroscurali ed effetti di colore, resi guizzanti da una pennellata rapida, energica, spedita e vitale; nonostante la rapidità del tratto risulta particolarmente notevole la qualità dei dettagli, dal costume tipico popolare siciliano, al muro dimesso e scrostato, alla resa impeccabile della materialità e della texture degli oggetti e delle superfici descritte, oltre che la profondità psicologica conferita dallo sguardo concentrato nel lavoro da svolgere. La luce assume qui la funzione non si semplice elemento tecnico per rendere visibili gli oggetti, ma un ruolo centrale nella rappresentazione della realtà: essa diventa vera e propria protagonista, modellando le forme e creando quell’atmosfera di serena e quotidiana umiltà tipica della pittura verista ottocentesca.
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