Bottega di Michelangelo Maestri Inizio sec. XIX Lotta tra Baccante e centauro Gouaches
Bottega di Michelangelo Maestri (1741-1812), Inizio sec. XIX
Lotta tra Baccante e centauro
Gouaches su carta, cm 20 x 25
Cornice cm 24 x 30
La gouaches su carta esaminata è da porre in relazione con le opere del pittore e disegnatore Michelangelo Maestri (1741-1812). Attivo a Roma, fu notevolmente apprezzato durante l'età neoclassica, specialmente da chi affrontava il Grand Tour e, affascinato dalle bellezze ammirate durante il viaggio, acquistava le sue opere tra i numerosi ricordi da portare in patria.
Le opere del Maestri riproponevano quasi esclusivamente le pitture dell’antichità classica, rinvenute nei coevi scavi di Ercolano e Pompei, ma si dedicò anche ad eleganti riproduzioni dagli affreschi di soggetto mitologico di Raffaello, Giulio Romano e della loro cerchia. La conoscenza di queste opere era sia diretta che indiretta come nel caso degli affreschi di Villa Lante al Gianicolo di Roma. Difatti, è stato supposto che il Maestri li abbia visti illustrati nelle incisioni del 1805 pubblicate da Francesco Piranesi e Tommaso Piroli. In particolare, dalle incisioni degli affreschi attribuiti al disegno di Giulio Romano, Maestri avrebbe tratto alcune delle sue guaches più note e riprodotte, con gli amorini che conducono animali e carri trainati da animali.
La sua produzione qualitativamente migliore è però quasi tutta incentrata nella riproduzione delle pitture pompeiane e di Ercolano raffiguranti episodi e figure della mitologia classica, come nell’opera qui indagata. Scene a volte anche complesse dal punto di vista iconografico e tematico nelle quali l’artista, però, si limitò a trasporre gli aspetti estetici e figurativi delle rappresentazioni originali, senza entrare nell’ambito dei significati iconografici e concettuali dei miti rappresentati. La sua caratteristica principale fu quella di giungere ad una astrazione, ad una metafisica dell'immaginario classico e rinascimentale, in modo particolare quando dipinge, come in questo caso, su uno sfondo uniformemente nero, dove le figure spiccano con raffinata eleganza e leggerezza.
Rispetto all’opera in esame, nella raccolta Le Pitture antiche d'Ercolano e contorni incise con qualche spiegazione, edita a Napoli nel 1757, troviamo una puntuale corrispondenza nella tavola XXV (Camillo Paderni delinea Portici – Filippo Morghen scolpi, pag. 135). Un centauro, con le mani legate dietro alla schiena, è rappresentato al centro del foglio mentre corre portando sulla groppa un’agile baccante. La fanciulla trattiene con la sinistra il centauro per il copricapo, mentre con la destra lo sta per percuotere con l’asta del tirso.