Francesco Vinea (Forlì 1845 - Firenze 1902), “Sehnsucht”, 1885

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Francesco Vinea (Forlì 1845 - Firenze 1902), “Sehnsucht”, 1885 Olio su tela, 74 x 58 cm Firmato “F. Vinea /1885” in alto a destra Il dipinto raffigura una giovane donna di profilo; il chiarore delle vesti si staglia su uno sfondo cupo di fogliame e scure infiorescenze, evidenziando la figura....
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Phidias Antiques
Pittura e scultura XIX secolo. Arredi neoclassici. Dipinti antichi. La galleria P...
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Francesco Vinea (Forlì 1845 - Firenze 1902), “Sehnsucht”, 1885 Olio su tela, 74 x 58 cm Firmato “F. Vinea /1885” in alto a destra Il dipinto raffigura una giovane donna di profilo; il chiarore delle vesti si staglia su uno sfondo cupo di fogliame e scure infiorescenze, evidenziando la figura. Il titolo dell’opera, “Sehnsucht”, si riferisce ad un concetto del romanticismo tedesco, non traducibile nella nostra lingua, ma il cui significato si avvicina alla parola “struggimento”. Il vocabolo Sehnsucht, composto da das Sehnen, il desiderio ardente, e die Sucht, cioè la dipendenza, può essere inteso come un desiderio del desiderio, una dolorosa e violenta bramosia per qualcosa di indefinito e che non si ha speranza di ottenere. La Sehnsucht è stata fonte d’ispirazione per artisti e letterati, come lo scrittore e poeta Friedrich Schiller e il compositore Franz Schubert. Non ci è dato sapere se questo fosse il titolo scelto da Vinea, in quanto esso è stato ricavato da un’incisione del 1887 attribuita allo xilografo e pittore Alfredo Zanoboni. Lo sguardo della fanciulla appare attonito, fisso su un punto indefinito, oltre il confine della cornice; le sue labbra sono schiuse, le gote rosee e gli occhi lucidi e vitrei. Le mani congiunte sul grembo stringono un candido crisantemo, un fiore delicato che sboccia a novembre, forse simbolo di amore devoto. Il busto e il capo sono avvolti da un lungo scialle decorato da strisce dorate, da cui sbuca all’altezza del polso la manica di un vestito in velluto verde; l’artista dimostra una raffinata tecnica esecutiva nella resa delle trasparenze data dalla sovrapposizione dei tessuti e nei giochi di luce creati dall’oro. La giovane donna spera ardentemente nel ritorno del suo amato, ma non sa se il suo desiderio potrà essere esaudito. Sospira malinconica, la Sehnsucht la pervade. Per quanto riguarda la tecnica, il pittore usa una pennellata mista: materica e filamentosa nella resa delle fibre della sciarpa, più armoniosa ed uniforme per l’incarnato. Il dipinto è carico di sentimentalismo, differisce dai quadretti leggeri per cui Vinea è maggiormente più noto ed emerge un’impronta decisamente più personale, riflessiva e profonda dell’artista. BIOGRAFIA Francesco Vinea nasce a Forlì nel 1845 da una famiglia di origini modeste; la sua formazione iniziale è travagliata e discontinua. Fu subito evidente l’attitudine al disegno del ragazzo che, a soli 14 anni, si trasferisce a Firenze per iscriversi all’Accademia di Belle Arti della città. Presso l’istituzione segue le lezioni del pittore Enrico Pollastrini (1812 – 1876), avvicinandosi brevemente alla poetica romantica. Esordisce all’Esposizione Nazionale di Firenze del 1861 con Ritratto muliebre, dipinto che lascia intuire il suo interesse per lo studio del nudo femminile. Successivamente si dedica alla pittura storica, preferendo scene di genere in costume dai temi mondani e leggeri, pur non rinunciando a commissioni dal carattere più solenne sulla scia di Jean Louis E. Meissonier; già nel 1863 dipinge per gli appartamenti reali di Palazzo Pitti la tela Michelangelo che recita i suoi versi a Vittoria Colonna. A causa di ingenti difficoltà economiche, il giovane Vinea è costretto ad interrompere gli studi e intraprendere un’attività lavorativa che gli garantisce un salario stabile, avvicinandosi al mondo della fotografia e all’illustrazione. Il mestiere gli permette di sviluppare abilità nella resa dei dettagli e studiare in maniera approfondita la pittura italiana del XVIII secolo. Durante la sua intesa carriera partecipa a innumerevoli mostre nazionali ed europee, dove le sue ricostruzioni storiche, intrise di un’atmosfera gaia e colori lucenti, sono molto ricercate da vari mercanti d’arte, tra cui il celebre Adolphe Goupil e Luigi Pisani. Il largo successo riscontrato in Francia, Inghilterra e Germania gli garantiscono un’esistenza agiata, come dimostra l’acquisto di una residenza estiva a Pracchia, sull’Appennino pistoiese. Presso il suo studio in viale Principe Eugenio, Vinea lavora incessantemente ed instancabilmente ad opere dalla tavolozza luminosa e resa materica raffinata, i cui soggetti, adattati al gusto dei collezionisti internazionali, sono rappresentati con festiva eleganza e amabile frivolezza. L’artista spazia da scenette di genere quali Colazione in campagna o Corteggio Nuziale ad opere storiche come Moschettieri e Prima del duello (oggi alla GAM di Milano), dedicandosi anche a leggiadri nudi femminili, quali Una bagnante solitaria e Odalisca. Molto apprezzati i dipinti di vezzose fanciulle, spesso immerse in giardini fioriti o aggraziate scene di interno e raffigurate mentre sorseggiano tè, dedite a romantiche letture o a passeggio nel parco con i loro animaletti. Tra queste opere ricordiamo Giovinetta in giardino, La tazza di caffè, L’ora del tè. Nonostante il carattere quasi esclusivamente decorativo della sua opera, Vinea rappresenta uno degli esempi più significativi della pittura di genere di tardo Ottocento, incarnando perfettamente lo spirito borghese della sua epoca. Si spegne all’apice della carriera nel 1902 a Firenze, a soli cinquantasette anni.

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