Janet Tower Storey (Aberdeen 1756-1835), Ritratto di donna con cuffia
Janet Tower Storey (Aberdeen 1756-1835)
Ritratto di donna con cuffia
Olio su tela, cm 76,5 x 64
Il dipinto in esame ritrae un’anziana donna con indosso una cuffia bianca, che possiamo identificare come la prozia dell’artista grazie ad un cartiglio sul retro della tela che ne specifica il soggetto (“great grand-aunt Storey”), il luogo in cui il quadro è stato realizzato (“Aberdeen”, cittadina scozzese) e il nome della pittrice inglese, “Janet Tower Storey” (1756-1835).
La provenienza e la datazione del quadro ci permettono di ricostruire il contesto in cui la nostra artista operò e i modelli che aveva a disposizione. Oltre all’evidente eco della pittura romantica di Théodore Géricault (1791-1824), in particolare per i dieci Ritratti di alienati (dipinti tra il 1822 e il 1823, oggi se ne conservano solamente dieci al Musée du Louvre a Parigi) in cui vengono sottolineati gli sguardi, le espressioni, ma anche i sentimenti dei personaggi, e le lezioni di artisti quali Jacques-Louis David (1748-1825), Jean-Auguste-Dominique Ingres (1780-1867) e Francesco Hayez (1791-1881), interprete della sua epoca, scrupoloso ricercatore della verità, di cui prove eloquenti sono i ritratti dell’aristocrazia intellettuale del suo tempo, è indiscutibile l’influsso di alcuni tra i maggiori ritrattisti inglesi del XIX secolo.
La tipologia del ritratto, infatti, a partire dalla seconda metà del XVII secolo era il genere che meglio si adattava alle aspirazioni della classe media, in quanto vantaggioso sia dal punto di vista economico, sia per l’inserimento all’interno degli ambienti delle case della nuova borghesia. Tra i ritrattisti più rinomati e ricercati di Londra troviamo sir Joshua Reynolds (1723-1792), il quale sosteneva che sebbene la figura umana, un animale o anche un oggetto non fossero soggetti nobili, avrebbero potuto acquistare dignità, comunicare un sentimento e produrre emozioni allo stesso modo di un quadro di soggetto storico o mitologico. Le sue opere oggi si conservano in diverse collezioni private, oltre che alla National Gallery e alla National Portrait Gallery di Londra, nella collezione Wallace e altre gallerie britanniche.
Anche Thomas Gainsborough (1727-1788) fu rinomato ritrattista e paesaggista in Inghilterra. I suoi ritratti mostrano una straordinaria facilità di composizione e agilità di tocco, i suoi colori, in contrasto con i toni opachi usati da Reynolds, con cui si contendeva le committenze più prestigiose della città, sono chiari e scintillanti, l’impasto sottilissimo e di profondità sorprendenti, tanto che le sue pennellate, brevi e in diagonale, erano un “mezzo di possibilità artistica infinita” (A. Popham, 1923).
Anche la nostra artista, nell’intimo ritratto della parente che fissa con lo sguardo al di fuori della tela, forse guardando la stessa nipote nel momento in cui la ritrae, ci mostra una donna nella sua quotidianità, senza orpelli, vestita in blu scuro, con uno scialle dello stesso colore sulle spalle e una cuffia che rispecchia la moda del suo tempo. Il sorriso accennato e gli occhi vividi dell’anziana donna ci restituiscono un senso di rasserenante tranquillità, ma allo stesso tempo ci rendono partecipi della sua condizione sociale, probabilmente appartenente alla piccola borghesia, che l’ha portata a desiderare presso la propria dimora un segno di questo status, che potrà essere tramando come eredità ai posteri.
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