Dipinto di Massimo Gallelli (Cremona 1863-San Remo 1956), La suonatrice di Cetra
MASSIMO GALLELLI (1863-1956), La suonatrice di Cetra, olio su tela, 62x102 cm, firmato “M. Gallelli” in basso a destra.
Il dipinto raffigura una scena di genere classica con figure femminili e una maschile in un momento di convivialità: una delle giovani si esibisce con la cetra, intonando canti e poesie, mentre le altre fanciulle e il giovane uomo, forse un altro poeta, la ascoltano. La scena è ambientata in uno spazio aperto ideale, una terrazza affacciata sul mare, con il paesaggio costiero sullo sfondo. L’ambiente della scena è minuziosamente riscostruito come se fosse la terrazza di una villa romana antica.
Le figure femminili si presentano con i caratteristici nastri sui capelli o una ghirlanda di fiori, nel caso della figura al centro, mentre il giovane uomo porta una corona d’alloro; si trovano seduti o stanti a una seduta in marmo, sul cui schienale sono incise parole, prendendo ispirazione dalle incisioni sugli schienali dei sedili dei teatri antichi. La pavimentazione è decorata da un mosaico policromo, proprio come quello di una domus romana. Altri dettagli sapientemente inclusi nell’ambientazione sono gli strumenti musicali a terra, un sistro e un tamburello, e i rotoli di papiro accanto alla suonatrice.
La mano di Gallelli dona una particolare luminosità al dipinto e una grande ricchezza di colori.
Il dipinto è un bell’esemplare della pittura neopompeiana che fiorì nella seconda metà del XIX secolo a seguito della riscoperta e dello studio dell’antica Pompei tramite importanti scavi archeologici, oltre che dal revival generale della cultura classica nell’Ottocento. Gli artisti sensibili al genere storico si ispirarono agli ambienti trovati con gli scavi e alle decorazioni murali riscoperte, in aggiunta alle conoscenze letterarie e storiche già acquisite. Il risultato dei dipinti era una reinterpretazione dell’antichità da parte degli artisti, la quale in molti casi era una visione estetizzante dei soggetti antichi frutto della loro fantasia.
BIOGRAFIA
Massimo Gallelli nacque nel dicembre 1863 a Cremona. Ebbe la sua formazione artistica presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, sotto l’insegnamento di Bartolomeo Giuliano. In seguito vinse il concorso Ferrari che gli permise di completare la sua formazione con un pensionato a Roma. Qui ebbe modo di lavorare con Cesare Maccari, con il quale realizzò diversi affreschi in ambito romano.
Gallelli cominciò a esibire le proprie opere alle mostre romane e poi proseguì alle Biennali di Venezia e altre mostre italiane.
Il genere delle opere che produsse furono paesaggi, scene allegoriche e storiche, e soprattutto ritratti, in particolar modo quelli femminili. Il suo stile era caratterizzato da un tratto delicato ed elegante.
Durante la permanenza a Roma divenne anche direttore e insegnante presso la Scuola d’Arte di Velletri, fino al 1896. Dopodiché si trasferì, prima a Firenze e poi in Francia. Brevemente a Parigi e poi a Nizza, che divenne la sua nuova casa. Qui vinse in concorso per la decorazione a fresco del Casinò di Montecarlo. Realizzò diverse opere allegoriche: ad esempio, Il Tè e il Caffè e Il fumo e l'oppio, La joie de l’eau per il salone delle terme ed infine lavorò anche alla decorazione delle cupole dello Sporting Club.
A Nizza ricoprì anche la carica di vicepresidente dell’Accademia di Pittura e Scultura dal 1910 al 1923.
L’anno seguente fece rientro in Italia, dove si stabilì a San Remo, tornando però anche a lavorare in Costa Azzurra. Continuò a eseguire ritratti, largamente apprezzati, dipinti sacri e allegorici.
Morì a San Remo nel 1956.