Cristo benedicente

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Seguace del “Maestro del 1499” (fine XV – inizio XVII secolo) Cristo benedicente Olio su rame, cm 29 x 28   L’opera in esame, un piccolo dipinto su rame realizzato durante la metà del XVI secolo, mostra sostanziali reminiscenze con alcuni volti di Cristo dipinti all’inizio...
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Ars Antiqua SRL Ars Antiqua apre nel 2000 per iniziativa di Federico Bulga...

Seguace del “Maestro del 1499” (fine XV – inizio XVII secolo)

Cristo benedicente

Olio su rame, cm 29 x 28

 

L’opera in esame, un piccolo dipinto su rame realizzato durante la metà del XVI secolo, mostra sostanziali reminiscenze con alcuni volti di Cristo dipinti all’inizio del XVI secolo nell’area compresa tra Anversa e Gand. In particolare, sovvengono le tipologie ritrattistiche di un anonimo pittore dei Paesi Bassi meridionali attivo intorno alla fine del XV secolo conosciuto come “De Meester van 1499” (fine XV – inizio XVII secolo). L’artista deve il suo soprannome all’opera che certamente gli viene attribuita, il dittico dell’abate Christiaan de Hondt, ora al Museo Reale di Belle Arti di Anversa. Sul retro, questo capolavoro del maestro è firmato con la data 1499, che gli ha dato il suo nome di emergenza. Oltre a questo dittico, gli si può attribuire con notevole certezza una seconda opera, ovvero il Dittico dell’Annunciazione nella Gemäldegalerie dello Staatliche Museen di Berlino. Entrambi i dittici sono di dimensioni piuttosto ridotte per un dipinto ad olio e ricordano le miniature. Bodo Brinkman suggerì che il Maestro del 1499 sarebbe stato anche l’autore di una miniatura con la Madonna nelle maree di Hastings e quindi lo colloca come un miniaturista che faceva parte della scuola di Gent-Bruges e, oltre all’illuminazione del libro, anche piccoli dittici per devozione privata ed eventualmente altra pittura.

Contrariamente a quanto suggerisce il suo vecchio nome di emergenza del “Maestro del 1499”, si presume che abbia lavorato a Gand intorno al 1500, sebbene non vi sia certezza. L’influenza di Hugo van der Goes, che secondo gli storici dell’arte si può trovare nella sua opera, punta anche più a Gand che a Bruges. Si vedano per confronto il Cristo Salvator Mundi in collezione privata a Budapest, quello in collezione privata londinese o ancora il pannello con il profilo di Cristo pubblicato nell’RKD. Le tre opere sono registrate come esemplari dipinti da un seguace del Maestro, ma, come nel nostro dipinto, riecheggiano le fattezze allungate del volto, la semplicità dei drappeggi del manto rosso e l’essenzialità generale d’impostazione.

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