Vincenzo Frediani, noto come Maestro del 1487, XV secolo

San Giovanni Battista

Tempera su tavola, cm 125 x 43

Con cornice, cm 171 x 69

Scheda critica Prof. Carlo Volpe

Comunicazione orale Prof. Alessandro Delpriori

Uno studio approfondito ha rilevato che la seguente tavola, raffigurante San Giovanni Battista nella sua tradizionale iconografia di eremita vestito di pelli animali, con aspetto emaciato, capelli lunghi e scomposti, mantello rosso e croce lunga e sottile, è da ricondurre alla mano del pittore lucchese definito dalla critica “Maestro del 1487” o “Pittore di Paolo Buonvisi”, dal polittico eseguito proprio per il mercante Buonvisi e datato 1487, oggi conservato presso il Museo Nazionale di Villa Guinigi a Lucca, collezione che conserva la maggior parte delle opere di questo artista.  La tavola, dal formato verticale e slanciato, corrisponderebbe ad un frammento laterale di un’originale pala d’altare che vedeva al centro una Madonna con Bambino in trono, mentre dall’altra parte un Santo Vescovo riconducibile all’opera qui presentata per caratteristiche comuni, quali i drappeggi simmetrici alle spalle dei due santi e il segmento dei gradini che conducevano al trono. 

Il forte carattere fiorentineggiante della composizione dimostra che l’artista si formò seguendo i modelli di celebri artisti toscani quali Piero di Cosimo, Botticelli, ma soprattutto di Filippino Lippi, da cui riprende le figure allungate e longilinee, la cura per i dettagli fisiognomici e dei panneggi, la creazione di spazi illusionistici convincenti, in grado di dare un suggestivo senso di profondità, l’utilizzo della luce e del colore per creare personaggi espressivi, vibranti e armonici. Entrando maggiormente nello specifico, sulla base di confronti stilistici ed iconografici, è stato possibile rintracciare nella figura del cosiddetto Maestro del 1487 il pittore Vincenzo di Antonio Frediani (Lucca, metà del XV secolo – 1505), considerato uno dei più importanti esponenti del Rinascimento lucchese: sul finire del Quattrocento Lucca, infatti, appariva come una delle più fiorenti e feconde città dal punto di vista artistico, tanto che lo stesso Lippi vi soggiornò e lavorò intorno al 1483. Nonostante la profonda influenza esercitata da Lippi e da Domenico Ghirlandaio, Frediani, che si formò presso la bottega dello scultore Matteo Civitali, elaborò uno stile personale e distinto, caratterizzato da uso più espressivo della linea, una gamma emotiva più intensa e una tavolozza di colori più ricca, ben visibili nella tavola qui presentata. I suoi dipinti religiosi, aventi frequentemente come protagonisti la Vergine e i Santi, si distinguono per un profondo senso di tenerezza e umanità intriso nelle figure, inserite a loro volta in atmosfere misticheggianti.

A rafforzare l’attribuzione dell’opera a Frediani contribuisce anche il secondo appellativo con cui l’artista è noto, ovvero “Pittore di Paolo Buonvisi”: il Buonvisi, infatti, era un mercante, banchiere e diplomatico che ebbe un ruolo significativo nella vita politica ed economica di Lucca, sua città nativa, durante il XVI secolo. Grande appassionato di arte e storia, sarebbe stato proprio lui a commissionare all’artista la pala dell’Immacolata Concezione oggi collocata presso la celebre collezione lucchese: solo nel 1985, grazie al ritrovamento dell’atto notarile, la pala, considerata fino a quel momento di un anonimo maestro, venne ricondotta a Frediani, svelandone ufficialmente l’identità. 

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