Bottega di Francesco Granacci (1469 – 1543), Madonna con Bambino

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Bottega di Francesco Granacci (Villamagna di Volterra, 1469 – Firenze, 1543) Madonna con Bambino Olio su tavola, cm 83 x 59   La tenera immagine sacra presenta le caratteristiche di quella pittura fatta di idee innovative e sperimentali che fu del primo cinquecento fiorentino. Un...
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Bottega di Francesco Granacci (Villamagna di Volterra, 1469 – Firenze, 1543)

Madonna con Bambino

Olio su tavola, cm 83 x 59

 

La tenera immagine sacra presenta le caratteristiche di quella pittura fatta di idee innovative e sperimentali che fu del primo cinquecento fiorentino. Un certo eccentrismo stemperato e l’utilizzo dei colori brillanti lo avvicinano alle opere più classiciste del fiorentino Francesco Granacci (Villamagna di Volterra, 1469 – Firenze, 30 novembre 1543) e, in un certo qual modo, di Giovanni di Lorenzo Larciani, noto anche come Maestro dei Paesaggi Kress (1484 – 1527).

A dispetto dell’immagine non del tutto positiva tratteggiata da Giorgio Vasari, Granacci fu invece protagonista della maniera moderna a Firenze, coinvolto in cantieri importanti come la decorazione della Camera Borgherini, condivisa con artisti di primo piano quali Andrea del Sarto e Pontormo.

Sin dalla giovinezza Francesco fu vicino agli ambienti culturali più attivi della città, dapprima presso il Giardino di San Marco sotto l’egida di Lorenzo il Magnifico, poi nella bottega del legnaiolo e architetto Baccio d’Agnolo, con il quale artisti della portata di Filippino Lippi, i Sangallo, Raffaello, e talvolta Michelangelo, dibattevano delle arti. Non lo si potrà dimenticare tra coloro che si recavano ad apprendere gli insegnamenti di Masaccio presso la Cappella Brancacci, o la nuova lezione impartita da Michelangelo con la Battaglia di Cascina, cartone che egli poté studiare insieme a pochi altri col permesso del maestro.  

Nel 1508 è chiamato a Roma, insieme ad altri artisti, come aiuto per il trasferimento dei cartoni sulla volta della Cappella Sistina. Tornato a Firenze dipinge la Madonna col Bambino tra i Santi Francesco e Gerolamo per il convento degli Agostiniani di San Gallo (Firenze, Galleria dell'Accademia), la Madonna della Cintola per la Compagnia di San Benedetto Bigi, e nel 1515 partecipa alla realizzazione degli apparati per la visita a Firenze di papa Leone X; in questo stesso periodo realizza le Storie di San Giuseppe, commissionate da Francesco Bogherini e oggi divise fra i musei degli Uffizi e di Palazzo Davanzati a Firenze.

La Madonna col Bambino e San Giovannino del Museo di Arte Occidentale e Orientale di Odessa, datata 1519, permette di definire la maniera del Granacci nel periodo in cui raggiunge la piena maturità stilistica: in questi anni abbandona gli antichi schemi quattrocenteschi per esprimere un'idea più complessa dello spazio e dei movimenti delle figure. Alcune opere databili fra il 1520 e il 1525 tradiscono l'influenza diretta dello stile di Fra Bartolomeo. Il Perugino, invece, ha ispirato la pala con la Vergine Assunta e quattro santi della galleria dell'Accademia di Firenze, realizzata intorno alla metà del terzo decennio del secolo. Le esperienze manieriste portano la pittura del Granacci a soluzioni nuove, che si manifestano soprattutto nelle opere di formato ridotto, mentre in quelle di dimensioni maggiori lo stile rimane classicheggiante.

Alle opere del Granacci si riallacciano in più occasioni le opere di Giovanni di Lorenzo Larciani, che prende a prestito trovate compositive ed interpretandole con una vena personalissima, quasi bizzarra ed eccentrica, che gli fu propria e grazie alla quale raggiunse apici considerevoli. 

Larciani è conosciuto anche con il nome di Maestro dei Paesaggi Kress, da tre deliziose tavolette della Collezione Kress nella National Gallery di Washington. Artista estroso ed «eccentrico», come lo definì Federico Zeri (1962), sviluppò modi antiaccademici e bizzarri nelle ricerche cromatiche ed espressive dei personaggi, anche con esiti caricaturali, partendo da formule compositive classiciste elaborate sulla base di una profonda conoscenza della grafica düreriana.

 

 

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