Bastiano da Sangallo, Sacra famiglia con San Giovannino

AA-401003
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Bastiano da Sangallo, detto Aristotile (Firenze, 1481 - 1551) (conosciuto anche come Il Maestro della Lamentazione di Scandicci) Sacra Famiglia con San Giovannino Olio su tavola, cm 101 x 70 Con cornice, cm 120 x 90 Scheda Critica Prof. Alessandro Delpriori   In un interno...
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Bastiano da Sangallo, detto Aristotile (Firenze, 1481 - 1551)

(conosciuto anche come Il Maestro della Lamentazione di Scandicci)

Sacra Famiglia con San Giovannino

Olio su tavola, cm 101 x 70

Con cornice, cm 120 x 90

Scheda Critica Prof. Alessandro Delpriori

 

In un interno le cui coordinate spaziali sono rese solamente dai panneggi di un baldacchino, la Vergine tiene in grembo il Bambino; San Giovanni Battista fanciullo da parte sua è descritto nell’atto di abbracciare Cristo mentre rivolge lo sguardo verso Maria.

Questa tavola, notevole testimonianza della cultura artistica fiorentina di primo Cinquecento, beneficia di un nuovo studio attributivo condotto dal Prof. Del Priori nel quale, per la prima volta, il Maestro della Lamentazione di Scandicci viene identificato con Bastiano da Sangallo, detto Aristotile (Firenze, 1481 - 1551), architetto, scenografo e pittore italiano. 

Prima di questa notevole intuizione, il nucleo di opere omogenee che costituivano un gruppo stilistico coerente era stato legato alla figura di un maestro anonimo attivo a Firenze nel primo Cinquecento e prossimo a Francesco Granacci e Ridolfo del Ghirlandaio. Questa soluzione era stata offerta nel 1968 da Everett Fahy: il pittore era chiamato ‘Maestro della Lamentazione di Scandicci’, in quanto opera emblematica della sua produzione era ritenuta una tavola con il Compianto su Cristo morto realizzata per la chiesa di San Bartolomeo in Tuto a Scandicci (FI), la cui composizione è parzialmente mutuata dal famoso Compianto di Pietro Perugino oggi alla galleria Palatina di Firenze

Nipote dei fratelli Giuliano e Antonio da Sangallo, Bastiano venne detto Aristotile per il suo carattere serioso. Fu scenografo e pittore, allievo del Perugino e poi di Michelangelo. Fu a Roma assieme al fratello Giovan Francesco, poi dal 1515 fu a Firenze dove mise in scena la Mandragola del Macchiavelli, assieme ad Andrea del Sarto. L'attività di Bastiano da Sangallo diede un contributo fondamentale, dal punto di vista dell'elaborazione scenografica, alla riscoperta rinascimentale del teatro classico. Come architetto, seguì diversi importanti progetti: in particolare si ricorda la Rocca Paolina a Perugia (1543-1545), la Rocca di Civita Castellana assieme al cugino Antonio da Sangallo il Giovane e il cantiere di palazzo Pandolfini a Firenze su progetto di Raffaello. Antonio da Sangallo o il Maestro della Lamentazione di Scandicci è dunque passato nel primo decennio del Cinquecento sotto l’ascendente degli allievi di Domenico Ghirlandaio, primo fra tutti il figlio di questi, Ridolfo: in realtà il gruppo ascritto al Maestro testimonia molteplici impressioni, da Raffaello ai primi lavori di Andrea del Sarto, offrendoci il profilo di una personalità vivace ed estremamente partecipe dei diversi indirizzi della pittura fiorentina fino al 1515 circa. Il dipinto in esame può essere facilmente confrontato, oltre che con la tavola di Budapest, anche con il tondo col medesimo soggetto conservato all’Ermitage di San Pietroburgo o con la Madonna col Bambino del Museum of Fine Arts di Boston.

 Il pittore non rinuncia alla dolcezza delle forme di fine Quattrocento, dimostrandosi tuttavia al corrente sia del nuovo rapporto tra figure e spazio introdotto a Firenze da Michelangelo coi celebri tondi Pitti e Doni (si veda al riguardo la tavola dell’Ermitage), sia in altre opere della scansione dei piani delle prime Madonne di Raffaello, modello questo da cui mutua anche il perspicace intento ritrattistico che informa i personaggi della nostra tavola. Gli ovali dei volti delle tre figure qui sono segnati da una commovente linea d’ombra che suggerisce già la premonizione della Passione.

 

 

 

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