Madonna con Bambino, San Giacomo e il donatore, Ippolito Scarsella, detto Lo Scarsellino (Ferrara 1550 - 1620) bottega

AA-404297
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Ippolito Scarsella, detto Lo Scarsellino  (Ferrara, 1550 circa - 1620) bottega Pala raffigurante Madonna con Bambino, San Giacomo Maggiore e il donatore in armatura   Tecnica: olio su tavola Misure: 93 x 72 cm./con cornice cm.109 x 86 cm. Provenienza: Prato, Farsetti, asta...
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Ippolito Scarsella, detto Lo Scarsellino (Ferrara, 1550 circa - 1620) bottega
Pala raffigurante Madonna con Bambino, San Giacomo Maggiore e il donatore in armatura
 
Tecnica: olio su tavola
Misure: 93 x 72 cm./con cornice cm.109 x 86 cm.
Provenienza: Prato, Farsetti, asta del 28.10.2016, lotto 261 (link)
 
I dettagli completi della presente opere sono consultabili direttamente dal seguente - LINK -
 
Una maestosa Madonna in Gloria occupa il registro superiore della tela, assisa su una coltre di nuvole cangianti e avvolte da angeli, affiancata da un cherubino che sparge dei fiori contenuti in una cornucopia verso il Cristo bambino in segno di abbondanza, nudo e sorretto con entrambe le mani dalla madre.
 
Nella parte inferiore della composizione campeggia la figura di San Giacomo Maggiore, uno dei dodici apostoli, in piedi sul lato destro della pala, rappresentato vestito con un’umile tunica; un braccio sostiene il libro del Vangelo aperto, mentre l’altro tiene un bastone da pellegrinaggio a croce.
 
Aspetto particolare della tavola è la presenza nella parte centrale, ad indicarne l'importanza, della figura del donatore, inginocchiato su un cuscino, con le mani giunte in preghiera ed il volto che osserva la Vergine in atteggiamento di devozione, mentre sul leggio antistante è posto un libro di preghiere; raffigurato con le fattezze di un giovane condottiero in armatura, con spada ed un ricco mantello rosso cangiante, elementi che uniti alla sua compostezza autoritaria ne valorizzano la nobilitazione.
 
Diversamente dalle pale medievali il cavaliere è qui compreso nello spazio del dipinto e ha dimensioni proporzionate a quelle degli altri personaggi, rientrando a tutti gli effetti nella scena sacra, con una posa che non può che non evocare alla memoria il dettaglio della ‘pala Montefeltro’ realizzata da Piero della Francesca per Federico da Montefeltro, in ginocchio davanti al gruppo sacro nelle vesti di condottiero.
 
Sulla destra la veduta si allontana in profondità evidenziando lo sfondo di un paesaggio urbano posto su una collina alle cui spalle si staglia una catena montuosa, con la particolarità dell'acquedotto ad archi che costeggia l’intero paesaggio. Presumibilmente tra queste distese si trovavano gli stessi possedimenti del donatore e la sua città natale.
 
Si tratta di una tavola di qualità, impregnata dello stile tardo manierista ancora resistente nella seconda metà del XVI, caratterizzata da una ‘religiosità dolce e affabile, resa attraverso una maniera di studiata semplicità e grazia’, che evidenzia gli inconfondibili connotati stilistici e cromatici della produzione del ferrarese Ippolito Scarsella, detto lo Scarsellino (Ferrara, 1550 circa - 1620), uno degli artisti più importanti dell'arte emiliana tra i due Secoli.
 
Il dipinto, di raffinata esecuzione, probabilmente eseguita dal maestro stesso o con la collaborazione di un suo allievo, è pertanto un eccellente esempio della sua impronta estetica. In particolare, osservando l'impasto cromatico, denso e palpitante, i toni brillanti e la ricchezza di effetti luminosi, così come il disegno e l'impostazione scenica, non possiamo che vedere il chiaro omaggio all'arte veneta, in primis a Paolo Veronese, com’è tipico della prima maturità del pittore.
 
L’autore andava cercando in quegli anni una sintesi tra la tradizione toscana, del disegno e dell'impostazione plastica, e quella veneta, della ricca orchestrazione cromatica.
 
Destinato alla devozione privata, il bel dipinto propone in piccolo formato una composizione mutuata dal modello della pala d’altare ma resa più intima e quotidiana dallo sfondo di paesaggio e dal cielo gonfio di nubi su cui si staglia l’apparizione divina. Un genere evidentemente richiesto dal mercato ferrarese, come stanno ad indicare altre versioni dello stesso tema, con varianti nel numero e nella scelta dei santi, realizzate dallo Scarsellino.
 
L’opera è proposta in buone condizioni, completa di una piacevole cornice in legno dorato.
 
INFORMAZIONI SUPPLEMENTARI:
 
Il dipinto viene venduto corredato di certificato di autenticità e scheda iconografica descrittiva.
 
Ci occupiamo ed organizziamo il trasporto delle opere acquistate, sia per l'Italia che per l'estero, attraverso vettori professionali ed assicurati.
 
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