Lazzaro Baldi (Pistoia, 1624 circa – Roma, 1703), Il Parnaso

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Lazzaro Baldi (Pistoia, 1624 circa – Roma, 1703) Il Parnaso Olio su tela, cm 73 x 134 Con cornice, cm 84 x 148 Scheda critica Prof. Alberto Crispo     Lazzaro Baldi nacque a Pistoia nel 1624 circa. Attratto dalla fama del conterraneo Pietro Berrettini, maggiormente noto...
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Lazzaro Baldi (Pistoia, 1624 circa – Roma, 1703)

Il Parnaso

Olio su tela, cm 73 x 134

Con cornice, cm 84 x 148

Scheda critica Prof. Alberto Crispo

 

 

Lazzaro Baldi nacque a Pistoia nel 1624 circa. Attratto dalla fama del conterraneo Pietro Berrettini, maggiormente noto come Pietro da Cortona, si avviò alla disciplina pittorica sotto la sua guida e pertanto lo raggiunse a Roma, dove fu amichevolmente accolto. L’erudito Pascoli, tra i primi biografi del maestro toscano, narra che ottenne le prime commissioni per tramite del Berrettini, che ritoccava i suoi piccoli quadri di soggetto sacro inviati poi in Toscana. La prima opera pubblica del Baldi fu probabilmente il San Francesco nella terza cappella a sinistra in S. Marco a Roma, del periodo al quale risale la decorazione seicentesca della chiesa (1653-56). In questo affresco il Baldi si rivela formato, in concomitanza con Ciro Ferri, sullo studio attento del Cortona, mentre nelle sue opere successive, i tre affreschi eseguiti nel 1657 nella galleria di Alessandro VII nel palazzo del Quirinale, il suo stile appare evolversi in una scelta di toni chiari che resteranno la gamma tipica della sua pittura, oggi apprezzabile soprattutto negli affreschi, essendosi verificata nella maggior parte delle tele un'alterazione cromatica che ha prodotto un generale iscurimento. Successivamente, Baldi ricade nell'impostazione classicistica del quadro, vietandosi l'illusionismo spaziale proprio del barocco, per comporre su piani regolari; ne sono esempio il complesso di tele e di affreschi eseguiti verso il 1671 nella cappella di S. Rosa in Santa Maria sopra Minerva, la Consegna delle chiavi a San Pietro nell'oratorio di Propaganda Fide e le Storie di s. Carlo Borromeo e s. Filippo Neri in S. Anastasia, del 1679 circa. Ricorrente è, nell’arco dell’intera produzione artistica di Baldi, l'omaggio al Cortona, come si denota, per esempio, nella Madonna del Rosario in S. Anastasia o nell'Annunciazione in S. Marcello al Corso. Nel suo ultimo periodo di attività pittorica, che sembra concluso qualche anno prima della morte, per un sopravvenuto fervore religioso, Baldi trova una vena di drammaticità, nello sbattimento di lumi e di moti, che sembra rifarsi alla pittura del Lanfranco; e in questo senso l'artista pistoiese dà notevoli opere, come il Martirio di Sant’Andrea in S. Andrea delle Fratte e la Madonna col Bambino e Sant’Antonio nel palazzo Odescalchi a Bassano di Sutri. Ma il più delle volte la sua pittura si ottunde in un ispessimento e irrigidimento delle forme - per esempio nelle tele in S. Maria di Campomarzio (1685 circa) o nel Miracolo di Santa Zita in S. Croce dei Lucchesi (1695 circa) che la escludono da una relazione viva e operante con i maggiori fatti pittorici contemporanei.

Le opere di soggetto mitologico si rivelano relativamente comuni per quanto concerne il corpus pittorico del Baldi. Ciò si denota rispetto a due tele attualmente esposte a Palazzo Spada, il Parnaso e L’ingresso di un poeta nel Parnaso: questi due dipinti presentano varie similitudini con la nostra tela. I marcati contrasti chiaroscurali, i colori accesi e vibranti, la rappresentazione sintetica ed incisiva della figura di Apollo, la resa dei personaggi attraverso una serie di rapidi e sincopati segmenti di colore accomunano le tre tele ed ascrivono con certezza la nostra al pennello del Baldi. 

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