Alessandro Salucci (Fi.1590 - Ro.1657) "Capriccio architettonico con figure alla fonte"
ALESSANDRO SALUCCI (Firenze 1590 - Roma dopo il 1657) SCUOLA ROMANA DEL XVII secolo.
Possibile collaborazione per le figure con l’artista fiammingo Jan Miel attivo a Roma dal 1635 al 1658.
Dipinto ad olio su tela reintelato ed in ottimo stato di conservazione, esaminato alla lampada di Wood non presenta restauri invasivi, ma piccoli ritocchi.
Misure cm 95x74, con cornice cm 111x90.
Il Salucci è una delle prime personalità emergenti a Roma nel genere pittorico dei capricci architettonici, in auge nella prima metà del Seicento. Come Viviano Codazzi, Salucci rende protagonisti gli antichi monumenti romani, ma, a differenza del primo, li inserisce in un contesto contemporaneo dove gli edifici aristocratici del tempo e i resti di monumenti antichi coesistono con le dimore più umili. Inoltre, a differenza di Codazzi, Salucci non persegue l'intento di rappresentare gli edifici in maniera oggettiva o verosimile, alcune sue opere appaiono come scenografie architettoniche di fantasia, vedi foto. Lo possiamo ben notare nel dipinto qui presentato, dove la composizione, in una successione di più piani prospettici, è dinamica; una sorta di esercizio di composizione architettonica animata da figure.
Di ottimo effetto prospettico sono le due figure in movimento sotto l’arcata del ponte, vedi foto. Maggiormente evidenziato dai monti all’orizzonte, il tutto rende ancor più imponenti le architetture.
I personaggi inseriti in diversi atteggiamenti, in questo contesto architettonico, ne ridimensionano l’imponente grandiosità, regalandoci un’immagine del vivere quotidiano in un particolare e scenografico contrasto, vedi foto.
A differenza degli artisti fiamminghi e olandesi attivi a Roma, che cercavano il realismo nelle loro raffigurazioni dei paesaggi urbani romani, le vedute di Salucci non mirano a dare una resa realistica dei suoi soggetti. Le sue vedute tendono a mescolare i monumenti antichi di Roma con elementi di fantasia, e pertanto assomigliano più a "capricci". Le strutture antiche nelle sue composizioni non sono registrate nei dettagli archeologici, ma sono utilizzate esclusivamente per effetti decorativi.
Le composizioni di Salucci sono generalmente composte da un porticato romano che domina il centro a sinistra o a destra, e figure in primo piano. Inoltre includeva spesso nelle sue vedute un portico con colonne binate e piedistalli. Le caratteristiche elencate le ritroviamo nel dipinto in esame.
Alessandro Salucci nella realizzazione delle sue opere, ha spesso collaborato con i pittori specializzati nell’esecuzione di figure che hanno arricchito di immagini le sue composizioni architettoniche.
Sono state registrate collaborazioni con Jan Miel, Michelangelo Cerquozzi e Johannes Lingelbach. Questi tre collaboratori dipinsero tutti nello stile bambocciante introdotto dal pittore olandese Pieter van Laer.
I bamboccianti stranieri, avevano portato in Italia le tradizioni esistenti di raffigurare soggetti di "vita bassa" dalla pittura rinascimentale olandese e fiamminga e creato rappresentazioni su piccola scala delle classi inferiori a Roma e nella sua campagna.
Jan Miel fu il collaboratore più assiduo di Salucci, collaborazione che iniziò nel 1635 e terminò quando Miel lasciò Roma per Torino nel 1658 per lavorare alla corte di Carlo Emanuele II, duca di Savoia.
Le figure, i personaggi di Miel erano caratteristicamente contadini, mendicanti, suonatori, locandieri e facchini, fornendo così un ricco sapore di vita quotidiana romana alla cornice architettonica creata dal Salucci.