Francesco Graziani (attivo nella seconda metà del XVII secolo), Scene di battaglia

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Francesco Graziani (attivo nella seconda metà del XVII secolo) Scene di battaglia (2) Olio su tela, cm 22 x 29 Con cornice, cm 35,5 x 42,5 Pubblicate nel volume La battaglia nella pittura del XVII e XVIII secolo a cura di Patrizia Consigli Valente, 1986 Le due piccole tele...
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Ars Antiqua SRL Ars Antiqua apre nel 2000 per iniziativa di Federico Bulga...
Francesco Graziani (attivo nella seconda metà del XVII secolo) Scene di battaglia (2) Olio su tela, cm 22 x 29 Con cornice, cm 35,5 x 42,5 Pubblicate nel volume La battaglia nella pittura del XVII e XVIII secolo a cura di Patrizia Consigli Valente, 1986 Le due piccole tele raffiguranti due scontri di cavalleria, e pubblicate nel volume La battaglia nella pittura del XVII e XVIII secolo (a cura di patrizia Conigli Valente, Banca Emilia, 1986) sono attribuite alla mano del pittore Francesco Graziani, conosciuto anche con il nome di “Ciccio Graziani” o “Ciccio napoletano”. Nato probabilmente a Capua, essendo citato in alcuni inventari anche come "Ciccio da Capua", visse e operò tra Roma e Napoli intorno alla seconda metà del XVII secolo. In verità i Graziani citati nelle fonti specificati come “battaglista” sono due; il De Dominici nel (1742) scrive brevemente di un Pietro, dicendo di non sapere se fosse congiunto o figlio di Ciccio Graziani che lascio delle opere a Roma. Le due personalità sono state spesso confuse e unite dalla critica moderna e l’ampio gruppo di battaglie ascritte o sotto il solo nome di Pietro o di Francesco; in realtà l’aspetto maggiormente brioso e la scioltezza del tocco caratteristica della pittura del settecentesco permette di collegare alcune composizioni al più giovane dei due. L’arte di Francesco, certamente influenzata da Salvator Rosa e non distante negli esiti a Jan de Momper, la stesura è arricciata e franta. Il carattere decorativo, desunto dalle opere del Borgognone e Salvator Rosa è in lui stemperato da una sensibilità illustrativa che trova ancora nelle tele del primo naturalismo un punto di contatto evidente. Nondimeno, la stesura nella sua velocità di svolgimento e sensibilità atmosferica, oltre a suggerire la loro piena appartenenza all'età barocca, indica una data d'esecuzione che si avvia al XVIII secolo. Il carattere generale delle opere presenta quella sintesi di tocchi rapidi e vigorosa enfasi riconducibile catalogo del Graziani, che compone le sue scene con movimenti affollati dove i personaggi sono delineati con un tratto rapido e nervoso, rinvigorito da efficaci tocchi luministici. Caratteristica è anche la tavolozza cromatica impostata su tonalità argentee e grigio-azzurrine. Scarne sono le notizie biografiche sul pittore, il Lanzi (1808) ricorda fra gli allievi di Jacques Courtois, detto il Borgognone, un certo Graziani, che potrebbe essere identificato con Francesco. Già negli anni Settanta del XVII secolo Francesco si era con molta probabilità trasferito a Roma; a partire dal 1671 dipinse una serie di tele (andate perdute) con Storie del Vecchio e del Nuovo Testamento, collocate nella navata centrale e nel coro della basilica dei Ss. Apostoli a Roma. Non solo battaglie, a Roma si scopre anche pittore di figure come testimoniano una tela a olio con la Predica del Battista nella cappella Cimini in S. Antonio dei Portoghesi, databile intorno al 1683, ancora conservata in loco, e un'altra con la Maddalena penitente per la chiesa di S. Croce della Penitenza (o delle Scalette) alla Lungara, identificata con la Crocifissione e s. Maria Maddalena, ora nella parrocchiale di Ardea. Nonostante questo, come testimoniano il Titi e di De Dominici (1743), l’artista deve la sua fama alle scene di battaglie, molto apprezzate anche da importanti famiglie romane quali i Barberini; nel 1686 gli inventari Barberini elencavano suoi dipinti, finora non identificati, di cavalli, marine e soprattutto battaglie. Alcune sue composizioni sono conservate in alcuni importanti musei e collezioni: le due Battaglie della Galleria Pallavicini, citate nell’inventario come “del Napolitano” e “Gratiani”, quelle della Galleria Doria Pamphili, Musée d'art et d'histoire di Ginevra e della Walters Art Gallery. Va ricordata la serie dei grandi Paesaggi a tempera conservati nella Galleria Doria Pamphili, un tempo attribuiti a Gaspard Dughet e ora ritenuti in gran parte di Crescenzo Onofri, ma di cui almeno tre sono di mano del Graziani: Paesaggio con scena di banditismo, Paesaggio costiero con un contadino che abbatte un recinto, Paesaggio costiero con battello. Luigi Salerno nel catalogo della mostra sulla Civiltà del Seicento a Napoli gli assegna alcune opere certe come le due battaglie del museo civico di Pistoia e le quattro del museo civico di Deruta, sul retro di una di queste vi è una nota de Pascoli «del Graziani eccellente pittore». 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