Il farmacista nel suo laboratorio, Giovanni Domenico Valentino (Roma 1630 - Imola 1708) Monogrammato
Giovanni Domenico Valentino (Roma 1630 - Imola 1708)
Siglato con il monogramma G.D.V al centro a destra, su un vaso in maiolica
Siglato con il monogramma G.D.V al centro a destra, su un vaso in maiolica
Il farmacista nel suo laboratorio
Olio su tela, cm 73 x 66
In cornice dorata e laccata cm. 86 x 80
La presente opera, raffigurante un affascinante interno di laboratorio con un farmacista indaffarato nella preparazione dei medicamenti, rientra nella tipico produzione del romano Gian Domenico Valentini, detto anche Giovanni Domenico Valentino (Roma 1630 - Imola 1708).
La tela, che è siglata con il monogramma G.D.V al centro a destra su un vaso in maiolica, dovrebbe essere stata dipinta proprio a Roma, dove il pittore lavorò dal 1662 fino alla sua morte, tranne nel 1680-1681, quando operò a Imola e Ravenna.
L'ispirazione agli artisti fiamminghi che popolavano la Città Eterna appare imprescindibile nella messa a punto della pittura di Valentini.
Il ricorso a modelli nordici nella messa a punto di questo tipo di genere pittorico, con scene di interni ed elementi di natura morta, aveva guadagnato grande fortuna presso la committenza romana, portando a una produzione di tipo quasi seriale, ma sempre di grande fascino evocativo.
Giovanni Domenico Valentini si distinse nel panorama artistico del Seicento italiano proprio per la peculiarità dei suoi soggetti preferiti: sono in prevalenza interni di cucine o come nel nostro caso di un laboratorio, dove si ammucchiano innumerevoli oggetti disposti in pittoresco disordine: qui gli utensili di una farmacia, in rame e terrecotte, vasi o versatoi in metallo ed argilla, orci e albarelli in maiolica, bottiglie, fiaschi, bicchieri, paioli, bacili e altri contenitori in rame e terracotta, nonché un forno aperto.
La grande parete di sfondo è occupata da una mensola pensile angolare per vasi ed orci da farmacista tutti disposti in fila, in primo piano la natura morta disponeva vari utensili farmaceutici come bottiglie da farmacia, ciotole di mortaio, barattoli e vasi con manico oltre a pentole e recipienti di rame. Particolarmente risaltato dal punto di vista cromatico, ed elemento d’arredo tipico del pittore, è il dipinto sopra il telaio della porta, che raffigura un paesaggio.
Gli interni del Valentini, di cui il nostro dipinto ne è un pregevole esemplare, che dispiegano grandi quantità di oggetti o suppellettili, sono disposte con una organizzazione sapientemente studiata: tutto il rappresentato è disposto secondo i dettami di una esposizione preordinata ed appare per così dire 'in esposizione’, esposti e organizzati secondo il personalissimo intento di un pittore che mira a nobilitare la quotidianità ed a farne l'emblema della propria arte.
L'interno della nostra farmacia è molto simile a una versione monogrammata custodita i trova al Musée des Beaux-Arts, Palais Fesch, ad Ajaccio (inv. 852-1-461) raffigurante un ‘Giovane in visita in farmacia’, in cui ricorrono gli stessi elementi, seppur variegati: l'armadio semiaperto, il carboncino il bacino, le fiasche e i vasi farmaceutici, gli scaffali e il ritratto sopra la porta.
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