Bottega di Frans Francken II (1581-1642), Sposalizio di Nettuno
Bottega di Frans Francken II (1581-1642)
Sposalizio di Nettuno
Olio su tavola, Cm 72 x 78
Con cornice, cm 94 x 100
Il presente olio su tavola raffigura un banchetto fra divinità ambientato nelle prossimità di una grotta. Questa è animata da una ricca presenza animale, costituita da volatili, una capretta, una lumaca e un coniglietto. Flora e fauna, così come le pietanze poste sulla tavola imbandita, sono descritte analiticamente con una perizia che rimanda indiscutibilmente ai grandi maestri dell’arte fiamminga.
La composizione riprende puntualmente parte del dipinto raffigurate Lo Sposalizio di Nettuno, opera di Frans Francken II in collezione privata. Qui, oltre la scena di banchetto in primo piano, è presentato un ricco corteo che traina gli sposi Nettuno, dio del mare, e la ninfa Anfitrite, in una lingua d’acqua circoscritta dal digradare delle montagne che sfumano vibranti nel cielo.
Va segnalata la presenza di due dipinti (uno conservata presso il Museo Nazionale Brukenthal Sibiu, in Romania, l’altro passato sul mercato antiquario) assegnati entrambi alla mano di Frans Francken II, che riportano la scena di banchetto così come è raffigurata nella tavola in esame.
Proprio la pertinenza con le sopracitate opere di Francken II e l’eccellente qualità pittorica, permettono di ricondurre il presente a un pittore operante nella bottega di Frans Francken II. Nato ad Anversa nel 1581, Frans Francken II fu il pittore più rappresentativo della numerosa e prolifica famiglia dei Francken. Figlio di Frans Francken I, apprese da quest’ultimo l’arte del dipingere, completando la formazione probabilmente presso lo zio Hieronymus a Parigi. Nel 1605 entrò a far parte della Corporazione di San Luca d'Anversa, divenendone decano nel 1614.
I lavori giovanili mostrano uno stile simile a quello del padre, ma presto ne elaborò uno suo personale caratterizzato da flessibilità della composizione, brillantezza d'esecuzione, utilizzo di colori caldi ed intensi, rappresentazione di forme aggraziate, passando poi con gli anni, dall'uso di impasti spessi a vernici sottili e ad un tocco più libero ed un colorito più chiaro.
Si dedicò soprattutto alla realizzazione di quadri di piccolo e medio formato aventi per soggetto scene bibliche, mitologiche e di storia, realizzati per la creazione di gallerie d'arte personali. Addirittura, dipinse quadri raffiguranti queste gallerie stesse, come ad esempio nel Cabinet d'amateur de Sébastien Leerse, presso il Koninklijk Museum voor Schone Kunsten ad Anversa, dove l'autore rappresenta Sebastiaan Leerse nella sua galleria d'arte personale. Questa tipologia di rappresentazioni, introdotto proprio dal Francken e da lui proposto in numerose versioni, influenzò persino Pieter Paul Rubens, Jan Brueghel il Vecchio e David Teniers il Giovane. Francken introdusse anche un altro tema nella pittura fiamminga, recante un messaggio moralistico: le cosiddette cucine delle scimmie, allegorie in cui tali animali presentano atteggiamenti umani, soggetto che divenne popolare tra i pittori fiamminghi della successiva generazione.
Francken lavorò in collaborazione con altri artisti, spesso specialisti in paesaggistica ed architettura, inserendo nelle loro opere le figure, come ad esempio Abraham Govaerts, Jasper van der Lanen, Daniel Seghers, Andries Daniels e Bartholomeus van Bassen.
Va ricordato che la raffigurazione di banchetti fu particolarmente apprezzata nelle fiandre. Lo stesso Frans Francken II collaborò con Pieter Paul Brueghel il Vecchio nella realizzazione di un banchetto nuziale di contadini dove la raffigurazione del quotidiano è altamente naturalistica. Si tramanda che addirittura Brueghel vestisse i panni dei contadini per rappresentare al meglio queste scene.
Fino alla morte del padre, avvenuta nel 1616, era solito firmare le sue opere con De Jonge Frans Francken (Frans Francken il Giovane), successivamente dopo il 1628 circa, quando il figlio Frans iniziò a dipingere, modificò la sua firma in De Oude Frans Francken (Frans Francken il Vecchio), come suo padre. La presenza degli stessi nomi e quindi delle stesse iniziali nelle tre generazioni di pittori della famiglia Francken e la mancanza delle firme o delle iniziali in vari dipinti, rese perciò difficoltosa l'attribuzione delle opere ai vari membri della famiglia.
Il suo studio, presso cui lavoravano figli e generi ed altri apprendisti, produsse una gran quantità di opere, tra cui, oltre agli originali, anche riproduzioni dei quadri dell'artista.
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