Leda e il cigno (VENDUTO)
Pietro Liberi (Padova 1605 - Venezia 1687) bottega
Leda e il cigno (Fonte letteraria: Metamorfosi di Ovidio, libro VI)
Olio su tela
109 x 94 cm.
incorniciato 137 x 121 cm.
DETTAGLI COMPLETI (clicca QUI)
L’affascinante dipinto che vi proponiamo, destinato probabilmente in origine ad ornare le stanze di una residenza nobiliare, raffigura la bellissima Leda, regina di Sparta e sposa del re Tindaro, in compagna di un paffuto Amore, che sembra metterla a in guardia dell’inganno ordito da Zeus in cui sta per cadere.
Secondo il mito, infatti, Zeus, il Re degli dèi, innamoratosi perdutamente di Leda decise di conquistarla, ma per avvicinarsi senza destare sospetti, prese la forma di un magnifico cigno, approfittando della sua vulnerabilità mentre stava riposando sulle rive del fiume Eurota.
La regina, colpita dalla bellezza del cigno, lo accolse tra le proprie braccia, finendo cosi per essere sedotta da Zeus, che si unì lei: dall’incontro, desiderato da entrambe le parti, nacque un uovo, da cui vennero alla luce i figli Elena e Polluce.
Nell’ambito della mitologia greca, Leda e il cigno è senz’altro una delle storie più affascinanti, ispirando molti artisti a partire dal Rinascimento, con raffigurazioni cariche di eros, dove la fusione tra umano e divino si è manifestata in forme sensuali e ambigue.
A tale soggetto veniva inoltre in passato attribuito un grande valore simbolico, spesso identificato come allegoria dell’amore carnale, e più specificatamente il successo di questa iconografia venne legato all'immagine traslata dell'accoppiamento tra uomo e donna, coperto dall'allegoria del mito.
Tocco di poesia il dettaglio della testa del cigno che si avvicina, suggerendo una sorta di atto di seduzione, posando il becco sulle sue labbra. Anche la rappresentazione del corpo nudo amplifica l'atmosfera intensa e sensuale, semicoperto dal lungo collo dell’animale.
Per quanto concerne infine l’analisi attributiva, a nostro parere si tratta di una splendida opera attribuibile alla bottega del pittore padovano Pietro Liberi (Padova, 1605-Venezia, 1687), tra i maggiori esponenti dell’arte barocca in Italia, pittore capace che fu discepolo del Padovanino oltre padre di un altro importante pittore ed epigono, Marco Liberi.
Liberi realizzò importanti cicli di affreschi ma anche pale d'altare e numerosi dipinti da cavalletto di carattere profano; questi ultimi sono particolarmente rassomiglianti a quella in oggetto e molto ricercate ed apprezzate dai collezionisti contemporanei per la loro tematica elegantemente sensuale ed erotica.
Riguardo all'opera in esame sono numerose le analogie con altre composizioni di Pietro Liberi. Tra queste, ad esempio, la Venere con Venere con Amorini (Christie's Milano 26 maggio 2009, imm.1), Venere e Cupido (Collezione privata, Parigi, imm.2), Liberi Pietro, Venere disarma Cupido Collezione privata, Parigi, imm.3), Liberi Pietro, Giunone (Collezione Privata, imm.4).
INFORMAZIONI SUPPLEMENTARI:
Il dipinto viene venduto completo di una bella cornice dorata del XIX secolo ed è corredato di certificato di autenticità e scheda iconografica descrittiva.
Ci occupiamo ed organizziamo il trasporto delle opere acquistate, sia per l'Italia che per l'estero, attraverso vettori professionali ed assicurati.
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