Scuola napoletana del XVII-XVIII secolo, Bacco e Arianna abbandonata da Teseo

AA-423425
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Scuola napoletana del XVII-XVIII secolo Bacco e Arianna abbandonata da Teseo Olio su tela, cm 74 x 100  Con cornice, cm 89 x 111   Il dipinto in esame, attribuibili alla mano dello stesso artista, rappresenta un episodio mitologico ben noto  e riconoscibile al primo sguardo,...
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Ars Antiqua SRL Ars Antiqua apre nel 2000 per iniziativa di Federico Bulga...

Scuola napoletana del XVII-XVIII secolo

Bacco e Arianna abbandonata da Teseo

Olio su tela, cm 74 x 100 

Con cornice, cm 89 x 111

 

Il dipinto in esame, attribuibili alla mano dello stesso artista, rappresenta un episodio mitologico ben noto  e riconoscibile al primo sguardo, carico di speranza e di amore.

Rappresentato è un episodio mitologico, tratto dai racconti di Ovidio e di Catullo: l’incontro tra Bacco e Arianna, dopo che la principessa cretese fu abbandonata sulla spiaggia di Naxos da Teseo. L’eroe ateniese, infatti, ucciso il minotauro grazie all’aiuto di Arianna, figlia di Minosse, re di Creta, aspettò che la fanciulla si addormentasse sull’isola di Naxos per ripartire con la sua nave e i suoi compagni. Al risveglio Arianna, disperata e delusa, iniziò a piangere, ma all’improvviso giunse il Carro trionfale di Bacco (o Dioniso), appena sfuggito dalla maga Circe, accompagnato da un corteo di ninfe e fauni e da un carro trainato da leopardi. Appena vide la giovane Arianna se ne innamorò, scese dal suo carro, la raggiunse e le donò una meravigliosa corona d’oro creta da Efeso che, lanciata in cielo, andò a formare la costellazione della Corona Boreale. Arianna ricambiato l’amore per il dio, lo seguì in cielo, per raggiungere le altre divinità dell’Olimpo.

Nel dipinto si possono riscontrare degli espliciti riferimenti ad un’artista attivo a Napoli, Francesco Solimena (1657-1747), tra i maggiori interpreti della cultura tardo barocca in Italia. Il pittore, infatti, sembra rifarsi sia per lo stile, focalizzato sui personaggi caratterizzati da forti ombre e da tessuti leggeri, sia per le composizioni tanto a Solimena, quanto alle sperimentazioni cromatiche di Luca Giordano, alla pittura vigorosa ed espressiva di Mattia Preti, ma anche alla pittura del “chiaroscuro” di Caravaggio e di Giovanni Battista Caracciolo, artisti che hanno lasciato un solco indelebile nella Napoli del XVII secolo, capitale europea della pittura barocca.

Il dipinto con Bacco e Arianna, invece, riprende alcune delle figure ideate da Solimena nel suo quadro omonimo presente nel mercato antiquario. In particolare, sono rassomiglianti le posizioni di Bacco con il braccio teso ad indicare le nubi nel cielo attraverso cui porterà Arianna nell’Olimpo, la figura della principessa a cui è affiancato un putto alato con fiaccola, lo scorcio della prua della nave di Teseo in partenza e il satiro alle spalle del Dio, mentre accarezza un leopardo, così come il putto in ginocchio davanti alla fanciulla cretese. Una reinterpretazione in cui il nostro artista ha deciso di concentrarsi sui principali personaggi della scena, a cui è riuscito a dare sentimenti ed emozioni vicinissimi al reale.

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