Cerchia di Francesco Noletti detto il Maltese (1611 ca. – 1654), Natura morta con frutta, fiori e tappeto
Cerchia di Francesco Noletti detto il Maltese (Valletta? 1611 ca. – Roma, 1654)
Natura morta con frutta, fiori e tappeto
Olio su tela, cm 72 x 96
Con cornice, cm 95 x 117
L’esuberanza dei colori sgargianti del tappeto, utilizzato quale preziosa tavola per il piatto argenteo base dell’ordinata serie di profumati frutti maturi, collima con la consistenza del tendaggio raccolto sull’angolo destro del dipinto. La minuziosità con cui l’artista ha saputo rendere l’interminabile susseguirsi di punti, nodi e frange del tappeto consente di ricondurne l’identità alla scuola di un pioniere del naturamorfismo impreziosito da questa specie di tessuti, ovvero francesco Noletti detto il Maltese.
I dubbi circa l’identità del Noletti si sono dissipati soltanto recentemente: la letteratura seicentesca aveva nominato l’artista soltanto come Francesco Maltese, accogliendo la prassi di mantenere per i forestieri l’indicazione, nel nome, del luogo di provenienza. La successiva invenzione a tavolino di un tal Francesco Fieravino, creata in verità per fare luce su un terzo artista, si era poi impigliata con i dati dei biografi antichi, innescando l’errata ripetizione del fasullo cognome del Maltese. Grazie al ritrovamento di un dipinto celebrativo dell’artista (Valletta, Foundation for International Studies), si è riuscito finalmente a soffocare il mito del Fieravino.
Il Maltese fu attivo principalmente nella città di Roma, dove incontrò l’acceso favore dei ricchi collezionisti dell’epoca. Aderente soprattutto a ideali di composizione barocchi, l’artista produsse un’eccezionale mole di dipinti arricchiti da tappeti, armature, tende e frutti canditi, innalzando lo sfarzo a sua caratteristica formale principale. Condizionò le future composizioni di Giovanni Domenico Valentini, Carlo Manieri e Antonio Tibaldi. Ad oggi non si conoscono opere del Noletti che siano animate da personaggi, nonostante le fonti antiche ne menzionino diversi entro i cataloghi dei principi romani: nell’inventario di Lorenzo Onofrio Colonna del 1679 si riportava la presenza di due tele “di prospettive, e di figure con cornici dorate opera di Maltese”, mentre in quello di Anna Maria Costaguti Vidman, contessa, un dipinto del Noletti privo di figure umane, cui poi Andrea Sacchi ne aggiunse una.
Quasi in omaggio all’antica destinazione, molte opere del Maltese impreziosiscono oggi collezioni private; è possibile ricordare tuttavia i due esemplari conservati presso il Muzeum Narodowe w Kielcach, sito nel Palazzo dei Vescovi di Cracovia, nonché la Natura morta con un elmo custodita presso il Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo.
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