Giovanni Coli (1636-1681), Filippo Gherardi (1643-1704) Assunzione della Vergine
Giovanni Coli (San Quirico, 1636 - Lucca, 1681), Filippo Gherardi (Lucca, 1643- 1704)
Assunzione della Vergine
Olio su tela, cm 95 x 70
Con cornice cm 111 x 85
La tela in esame è da attribuire per le forti consonanze stilistiche e formali non ad un singolo artista ma a due pittori, operosi insieme per quasi tutta la vita: Filippo Gherardi e Giovanni Coli.
Filippo Gherardi mosse i primi passi nel mondo dell'arte a Lucca nella bottega paterna, dove si trovava anche Giovanni Coli con il quale strinse una forte amicizia e un sodalizio artistico destinato a durare sino alla morte del Coli; risulta di conseguenza difficile ricostruire in maniera autonoma il percorso biografico e professionale dei due pittori che Pellegrino Orlandi descrisse con queste parole: “Non isdegnarono che l'uno lavorasse nella medesima testa, o panno, o figura dell'altro”.
Successivamente i due entrarono nella bottega romana di Pietro da Cortona per aggiornarsi sui caratteri della nuova pittura barocca. Furono anche a Venezia dove studiarono ed eseguirono alcune copie delle opere di Tiziano, Tintoretto e Veronese. In laguna ricevettero anche importanti commissioni quali la realizzazione di una grande tela “Madonna in gloria”, oggi persa, per la chiesa della colonia italiana a Lisbona e l'incarico per le volte del monastero benedettino di S. Giorgio Maggiore con la realizzazione di cinque tele legate al tema della divina sapienza. Le tele, in cui si uniscono il magistero cortonesco e le grandi scenografie del Veronese, avranno grande importanza per la cultura figurativa veneziana del secondo '600. Dopo l'esperienza veneta non mancarono le commissioni ai due i quali sono attivi a Lucca per la Chiesa di San Tommaso in Pelleria e in particolare a Roma, dove nel 1675 vengono eletti membri dell'accademia di S. Luca. Fra le opere romane si possono citare tre tele per il soffitto della chiesa di di Santa Croce e San Bonaventura e gli affreschi per la galleria di Palazzo Colonna.
Il bozzetto in esame potrebbe riferirsi a una commissione andata persa o mai realizzata. Si sottolinea la vivacità e il profondo movimento insito nella tela. La composizione è ricca ma ben calibrata, la pennellata fresca, rapida e densa di vibrazione. Le figure, come tipico dei bozzetti, si allungano e sfilano con grande grazia ed eleganza. Per quanto in tutta la loro opera sia importante la formazione avvenuta sotto Pietro da Cortona, bisogna evidenziare come l'influenza della pittura veneta abbia permesso ai due artisti di non accentuare l'andamento rigonfio di alcune sue composizioni.
Loro opere sono conservate oltre che in collezioni private presso palazzo Corsini a Roma, la Gemaldegalerie di Dresda, il County museum di Los Angeles o il museo civico di Treviso.
- ORLANDI P.A., Abecedario pittorico, Bologna, 1704
- AA.VV., Barocco Italiano: Due Secoli Di Pittura Nella Collezione Molinari Pradelli, Milano, 1995, pp.182-183
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