Paesaggio fantastico con la Natività, Scipione Compagno (Napoli, 1624 circa- post 1680)

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Scipione Compagni, o Compagno (Napoli, 1624 circa- post 1680) Paesaggio fantastico con la Natività di Cristo e l'apparizione dell'Angelo ai pastori Olio su tela (cm. 47 x 62, con cornice antica cm. 63 x 78 cm.) DETTAGLI COMPLETI DELL'OPERA:  link Presentiamo con grande piacere...
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Scipione Compagni, o Compagno (Napoli, 1624 circa- post 1680)

Paesaggio fantastico con la Natività di Cristo e l'apparizione dell'Angelo ai pastori

Olio su tela (cm. 47 x 62, con cornice antica cm. 63 x 78 cm.)

DETTAGLI COMPLETI DELL'OPERA: link

Presentiamo con grande piacere questa ricca raffigurazione, eseguita nella seconda metà del Seicento, i cui tratti stilistici e di composizione riflettono gli stilemi della lezione napoletana: i colori caldi, la gamma cromatica vivace, le pennellate veloci ma precise sono elementi che ci conducono, in particolare, alla mano di Scipione Compagno.

Si inserisce a pieno titolo nella classica produzione del pittore partenopeo, caratterizzata da composizioni gremite di numerosissime figure, assemblate con grande eleganza formale, dove il pittore rielabora le suggestioni manieristiche ma in chiave teatrale e di conseguenza giunge a una visione barocca della narrazione estremamente raffinata.

Sono evidenti le reminiscenze con la pittura di Filippo Angeli, ma soprattutto le similitudini con Domenico Gargiulo, detto Micco Spadaro, distinte da eleganti e preziosi accordi cromatici, e con taluni riferimenti alla pittura romana degli inizi del XVII secolo. Nell'opera, infatti, si osservano i riferimenti al classicismo romano e napoletano, con la tavolozza squillante e rischiarata che possiamo ricondurre alle opere della maturità del pittore.

Il dipinto raffigura, in un paesaggio fluviale montuoso, davanti ad un grande edificio antico che sorge su una roccia, la nascita di Cristo con Giuseppe e Maria, circondati da numerosi pastori giunti ad onorare il sacro evento. A destra in primo piano una moltitudine di altre figure, alcune delle quali indicano con le mani la nascita di Messia. Dall'alto di un cielo azzurro un bagliore luminoso che squarcia le nuvole lascia spazio ad una folla di angeli in volo che diffondono dei raggi di luce; tale bagliore, diretto verso un piccolo gruppo di figure, serve ad immortalare un dettagli molto interessate, ovvero l'apparizione dell'angelo ai pastori (Luca II, 8-14) per annunciare loro la nascita del Salvatore. "...ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia".

Il colorismo luminoso e chiaro dell'opera in esame è tipico della pittura partenopea tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento. La composizione tradisce anche l'influenza del classicismo romano imperante alla fine del Seicento.

L'opera è presentata con una stato di conservazione molto buono, completata da una pregevole cornice antica in legno dorato. Dipinto completo di certificato di autenticità a norma di legge.

 

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