Seguace di Jean Ducayer (attivo tra il 1605 e il 1635), Cristo Bambino e la Vergine

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Seguace di Jean Ducayer (attivo tra il 1605 e il 1635) Cristo Bambino e la Vergine Olio su marmo e intarsi di sassi del Reno, cm 30,5 x 26 Con cornice, cm 44 x 38   Nella produzione ritrattistica di Jean Ducayer e Jean Leblond, questa coppia si distingue per il suo soggetto...
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Seguace di Jean Ducayer (attivo tra il 1605 e il 1635)

Cristo Bambino e la Vergine

Olio su marmo e intarsi di sassi del Reno, cm 30,5 x 26

Con cornice, cm 44 x 38

 

Nella produzione ritrattistica di Jean Ducayer e Jean Leblond, questa coppia si distingue per il suo soggetto religioso della Vergine e del Cristo Bambino. I modelli delle due figure si potrebbero identificare con Anna d'Austria e il bambino Luigi XIV, in linea con la propaganda della famiglia reale al tempo delle proteste contro la monarchia assoluta. Infatti, dopo la morte di Luigi XII nel 1643, la moglie Anna diverrà reggente per il figlio Luigi XIV fino al 1651, affrontando nel mentre la rivolta della Fronda parlamentare (1648-1649). In alcune incisioni e dipinti del periodo, la coppia formata da Anna d'Austria e Luigi XIV è vista come una controparte della Vergine e del Bambino Gesù, con la regina reggente, in lutto, che desidera essere associata alla più perfetta delle madri: la Vergine Maria. L’inseparabilità della coppia, nonostante siano divisi in due cornici diverse, va ricondotta al genere, molto diffuso in Francia durante la reggenza di Anna d’Austria, dei regards, ossia degli “sguardi”. Il fervore cattolico della regina, che aveva chiamato il figlio Luigi dono di Dio, aiuta nel comprendere i motivi di questa scelta iconografica nel panorama francese della prima metà del Seicento, periodo in cui è attivo come ritrattista Jean Ducayer, artista alla cui scuola sono attribuiti i due piccoli marmi. La serie di ritratti realizzati dall’artista è in linea con la posa, i costumi e la resa dei lineamenti del viso che ritroviamo qui, vicini al filone di opere identificabili con gli state portraits. Lo sforzo appare quindi teso a rendere ben evidente lo status politico e sociale dell’effigiato. Ci si concentra sui più evidenti attributi del potere e della ricchezza mentre il modello viene raffigurato, con sembianze assorte e impenetrabili, quasi a sottolinearne l’impersonale immutabilità e impermeabilità al corso degli eventi. Il successo di questo genere nel corso del Seicento si esplicita nella lunga serie di ritratti di sovrani, nobili e cortigiani europei di cui si producevano più versioni, spesso da parte dei seguaci o degli allievi degli artisti come in questo caso. I volti dei due sovrani francesi, trasferiti in ambito religioso, sono arricchiti da pietre dure preziose come i sassi di Reno, ovvero cristalli vitrei intagliati e incisi artigianalmente per aumentarne la brillantezza, posti nella corona e nel ciondolo, che risaltano sulla superficie liscia del marmo, tagliato a forma ottagona e inserito in due cornici ovali in rovere, stampate e dorate, di periodo Luigi XVI.

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