XVII secolo, Matrimonio mistico di Santa Caterina
XVII secolo
Matrimonio mistico di Santa Caterina
Olio su tela, cm 98 x 81 - con cornice cm 119 x 102
La scena rappresenta il matrimonio mistico tra Caterina di Alessandria e Cristo, un'iconografia che nasce nel XV secolo e in molti casi preferita rispetto al più cruento martirio della santa con la ruota. La santa è raffigurata di fronte alla Vergine che regge il Bambino ritratto con in mano l'anello nuziale, arricchito da una pietra preziosa. Secondo la Leggenda Aurea, Caterina di Alessandria era una giovane molto bella, unica figlia del re di Costa, che aveva rifiutato di sposare l'imperatore Massenzio perché cristiana e votata a Cristo. Massenzio, non riuscendo a convincerla a sacrificare agli idoli, aveva mandato a chiamare gli uomini più sapienti e cinquanta tra filosofi ed oratori che si presentarono e tentarono di distoglierla dalla fede in Cristo. Caterina, tuttavia, disputò tanto bene da riuscire a convertirli, suscitando la rabbia dell'imperatore che li condannò al rogo. Caterina invece, che aveva criticato Massenzio per le nuove persecuzioni contro i cristiani, fu condannata alla prigione senza cibo. Abbandonata per dodici giorni, fu nutrita da una colomba mandata da Dio. Massenzio allora decise di giustiziarla con il supplizio della ruota dentata divenuta il suo attributo iconografico; ma per intervento divino questa si ruppe e la giovane fu salva. Infine, fu decapitata e dal suo collo sgorgò del latte. Lo status principesco di Caterina è qui testimoniato dall'abito sontuoso. L'iconografia del matrimonio mistico nacque nel secolo XV, probabilmente perché l'attributo iconografico tradizionale, la ruota, talvolta era così piccola da sembrare un anello, e si riferisce ad una visione che rimarrà sempre presente nella mente e nel cuore della santa. Nel Cielo le apparve, in mezzo agli Angeli e i Santi, Cristo Bambino, tra le braccia della Vergine. Egli prendeva un prezioso anello che le porgeva la Vergine Maria e lo infilava nel suo dito, dicendole “Io, tuo Creatore e Salvatore, ti prendo in sposa; fiducioso che ti manterrai pura finché celebrerai le tue nozze eterne con me, in Paradiso”. Quando si ridestò Caterina si trovò nel dito lo stesso anello che aveva visto e avuto in Cielo, e si ritenne per sempre sposa di Cristo.
Il pittore pone al centro dell'attenzione dell'osservatore lo scambio dell'anello tra Cristo bambino e la santa, disposti in primo piano all'interno di una stanza, nella quale viene dinamicamente costruita l'intera composizione. Un San Giovanni bambino richiama l'attenzione della Vergine la quale volta il viso, lasciando in intimità il silente dialogo tra Santa Caterina e Cristo. Viene attribuito al dipinto un carattere di maggiore sobrietà, per una più austera devozione privata.
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