Antoine Coypel (Parigi, 1661 – 1722) (attr.), Zefiro e Flora e Cerere come allegoria della mietitura
Antoine Coypel (Parigi, 1661 – 1722) (attr.)
Zefiro e Flora e Cerere come allegoria della mietitura
(2) Olio su tela, cm 65x81
Con cornice, 85 x 100
Antoine Coypel nacque a Parigi in seno ad una famiglia di artisti: il padre Noel, che lo iniziò all’arte , era un pittore particolarmente stimato nel contesto culturale francese a cavallo tra Seicento e Settecento. Un momento cruciale nella formazione pittorica del giovane Antonie combaciò con il trasferimento a Roma, al seguito del padre nominato direttore dell'Accademia di Francia. Per il giovane artista trovarsi nella città eterna costituì un’eccezionale opportunità di crescita: ebbe infatti la possibilità di incrociare il cammino di giganti come Bernini, che divenne una sorta di ideale mentore, e Carlo Maratta, figure chiave del panorama artistico romano del tempo. A Roma, si distinse vincendo un premio all'Accademia di San Luca, un prestigioso biglietto da visita per il suo ritorno a Parigi. Una volta rientrato in patria, Antoine continuò il suo percorso formativo all'Académie Royale, il cuore pulsante dell'arte francese dell'epoca. La sua abilità non tardò a farsi notare, tanto che nel 1689 ricevette una commissione prestigiosa per una pala d'altare la chiesa di Notre-Dame de Paris. Un incarico di tale importanza segnò l'inizio di una brillante carriera, costellata da altre sette opere per la celebre cattedrale. La sua ascesa nel mondo accademico fu sorprendentemente rapida. Nel 1707 divenne professore e poi rettore dell'Accademia, culminando nel 1714 con la nomina a direttore. Il riconoscimento reale non si fece attendere: nel 1716 fu nominato pittore del re, un titolo che sanciva il suo status di artista di corte, e l'anno successivo ricevette persino un titolo nobiliare. Tra le più rilevanti commissioni per la famiglia reale francese vi è quella relativa alla cappella reale di Versailles, che affrescò nel 1708. All’attività pittorica si dedicarono vari altri membri della sua famiglia, instradati da Antoine all’arte della pittura: il fratellastro Noël-Nicolas Coypel, e suo figlio, Charles-Antoine Coypel, seguirono le sue orme, diventando anch'essi artisti. Lo stile di Antoine Coypel fu tutt'altro che statico e monotono. Inizialmente radicato nella tradizione classicista francese, seppe infonderle nuova linfa vitale alla sua pittura con una tavolozza di colori più vivace e audace. In seguito, l'influenza di un maestro come Rubens si fece sentire nelle sue opere, arricchendo ulteriormente il suo linguaggio pittorico ed il suo immaginario visivo. Oltre ad essere un pittore prolifico, Coypel fu anche un disegnatore di grande talento. Molte sue opere grafiche fanno parte delle raccolte del Musée du Louvre. Tra le sue opere pittoriche più celebri spiccano La morte di Didone, conservato al Musée Fabre di Montpellier, un drammatico esempio della sua maturità stilistica, Il riposo di Diana del Museo dipartimentale d'Arte antica e contemporanea di Épinal, che evoca atmosfere mitologiche e sensuali, Eliezer e Rebecca del Louvre, un racconto biblico intriso di eleganza, il pensieroso Ritratto di Democrito, la drammatica scena de Lo svenimento di Ester, e la potente Atalia scacciata dal tempio, tutti parte delle vaste raccolte del Louvre. Antoine Coypel, oltre alle opere di carattere mitologiche che lo resero noto, eseguì anche opere religiose di grande intensità e spiritualità, come l’affascinante Gesù servito dagli Angeli del Museo di Belle arti e Archeologia di Châlons-en-Champagne.
Questa coppia di tele coniuga brillantemente elementi derivanti dalla scuola classicista francese e ai retaggi del barocco romano: i colori tenui e le fattezze sinuose delle figure femminili si accostano armoniosamente al dinamismo delle due scene, dando vita a composizioni eleganti e raffinate. Ad essere rappresentate sono due scene mitologiche dalla forte valenza allegorica ed evocativa: Zefiro e Flora e Cerere come allegoria della mietitura sono due soggetti che rimandano immediatamente ad un immaginario di benessere e prosperità.