Bottega di Francesco Simonini (Parma, 16 giugno 1686 – Venezia o Firenze, 1753 o 1755), La battaglia di Fornovo
Bottega di Francesco Simonini (Parma, 16 giugno 1686 – Venezia o Firenze, 1753 o 1755)
La battaglia di Fornovo
(2) Olio su tela, cm 32 x 64,5
Con cornice, cm 39 x 71
Nato a Parma, Simonini si formò presso la vastissima bottega di Francesco Monti, detto il Brescianino delle battaglie, sotto la guida di un altro allievo del battaglista originario di Brescia, Ilario Spolverini. Fornito di grande talento, seguendo la sua inclinazione a dipingere battaglie, acquistò grande reputazione in quel genere di pittura producendo anche, soprattutto per quanto concerne i primi anni della sua carriera di artista, molti disegni "caratterizzati da un vivace stile pittorico". Resosi autonomo in seguito alla formazione parmense, lavorò a Firenze, presso i la famiglia Piccolomini, che gli diede la possibilità di studiare le opere del Borgognone. In particolare, eseguì la copia di ventiquattro quadri di questo autore, accrescendo così la sua conoscenza e affinando le sue capacità. Si trasferì in seguito a Roma, dove servì parecchi cavalieri, aristocratici e cardinali. Quindi, si recò a Bologna, dove istituì una scuola ed ebbe un buon successo sia nella pittura ad olio che ad acquerello: tra i suoi committenti di maggior prestigio in ambito bolognese vi fu certamente il Cardinal Ruffo, ambasciatore del papa in Bologna. Successivamente, si trasferì a Venezia, dove nel 1744 dipinse quadri con battaglie, paesaggi, fortezze, combattimenti per decorare una grande Sala di Casa Capello. In laguna lavorò non solo per il patriziato veneziano ma anche per la ricca aristocrazia internazionale che nei primi del Settecento si stava stabilendo in città.
Il suo particolare stile, caratterizzato da pennellate rapide e dall'uso di colori vivaci, si formò sotto l'influenza della contemporanea scuola veneziana, in particolare del pittore paesaggista Marco Ricci.
Altre peculiarità di questo artista sono la tendenza a realizzare figure elegantemente allungate e dinamicamente sinuose, l'attenzione ai particolari paesaggistici e architettonici anche di stile classico, la profondità del paesaggio che si perde all'infinito, la linea dell'orizzonte quasi indefinita per il confondersi di cielo e terra, la drammaticità e il realismo in cui si nota l'influenza di Salvator Rosa. In questa bella coppia di dipinti elaborati in seno della bottega di Simonini si denotano tutte le caratteristiche cruciali della produzione del maestro: il dinamismo dei personaggi, i colori chiari e tersi, l’affollamento delle scene, la scioltezza della pennellata ed il grande interesse conferito alla dimensione architettonica.
L’episodio presentato nelle due tele è quello della battaglia di Fornovo del Taro, tenutasi nei pressi della città di Parma nel 1495. In essa, nel contesto socio-politico delle guerre d’Italia, si affrontarono l'esercito di Carlo VIII di Francia - composto da francesi, mercenari svizzeri e un nutrito contingente di italiani - e quello della lega italica- formato dagli eserciti di Milano e Venezia, per la gran parte composti di mercenari, italiani, albanesi, dalmati, greci e tedeschi, ma anche da alcune unità di leva. Lo scontro, breve ma sanguinoso (complessivamente circa tremila morti), ebbe un risultato incerto. I francesi di Carlo VIII dichiararono infatti di aver messo in atto una ritirata strategica mentre le potenze della lega italica asseriscono di aver registrato una netta vittoria. Quello dello scontro di Fornovo risulta essere uno dei temi maggiormente frequentati dai pittori battaglisti ancora nel Settecento, così come dimostrato da questa bella coppia di dipinti.