Opera classicissima, di una piacevolezza rara e fuori dal tempo, questa Sacra Famiglia è un dipinto realizzato da un pittore sicuramente vicino al lucchese Pompeo Batoni Girolamo (1708/ 1787), il reale inventore di questa composizione.

L’opera che qui presentiamo,realizzata in un’epoca molto vicina a quella del maestro, forse da uno dei suoi allievi, risulta desunta da una delle più celebri immagini devozionali realizzate da Pompeo Batoni. Molto ben eseguita del celebre dipinto del quale se ne conoscono due versioni principali, una custodita ai Musei Capitolini e verosimilmente proveniente dalle collezioni Colonna, e una custodita al Museo dell'Hermitage che apparteneva alla collezione Valenti Gonzaga e si trova citata dagli inventari del 1756. 

La composizione è semplice ed efficace, con il Bambino che si slancia ad abbracciare la Vergine dipinta in tutta la sua eleganza e giovinezza, che a sua volta ricambia avvicinando le labbra alla fronte del figlio per baciarlo, e San Giuseppe sullo sfondo in penombra, che sembra aver appena sospeso la lettura, e poggiando le mani su un libro chiuso con grande naturalezza, osserva la scena con uno sguardo molto dolce.

Il nostro dipinto riprende in tutto e per tutto l’originale ad esclusione di alcuni particolari come gli occhiali trattenuti fra le dita nel dipinto del Batoni, qui assenti, e alcuni piccolissimi dettagli, nella resa dei capelli ad esempio.

Dicevamo all’inizio di una bellezza fuori dal tempo per questa composizione, effetto reso senza dubbio dall’abilità del Batoni di mettere in dialogo diversi riferimenti che sembrano attraversare tutta l'arte italiana: richiama il Correggio e il Parmigianino nella posa della Vergine, Raffaello e Guido Reni nella composizione classica, e la pittura bolognese del primo Seicento nella figura di San Giuseppe. Con una resa finale di un’immagine che trasmette un’estrema piacevolezza all’osservatore e l’amore di un padre e una madre per il proprio figlio.

Non è stata identificata una data precisa di realizzazione della Sacra Famiglia: si ipotizza che sicuramente sia prima del 1763, anno in cui un dipinto di analogo soggetto di Pompeo Batoni viene citato nell'inventario del cardinale Girolamo Colonna. Per la nostra opera, dopo attenti studi anche diagnostici è possibile avanzare una datazione che non vada sicuramente oltre il 1790.