Bottega di Jean-François de Troy (Parigi,  1679  - Roma, 1752)

Il ritorno dal ballo

Olio su tela, cm 46 x 37,5

Con cornice, cm 58 x 66

Il Salon parigino del 1737 consacrò definitivamente Jean-François de Troy a prezioso custode della società parigina del tempo. Artista capace della più instancabile opulenza ed eccellente ritrattista, de Troy convertì il genere del classico ritratto galante da interno a vero e proprio tableaux de mode. Celebrando  veristicamente l’oziosa aristocrazia del tempo, l’artista seppe enfatizzare gli interni sontuosi e le vesti fruscianti dei suoi personaggi sospirandone la vivacità e la socievolezza, senza distorcere le composizioni mediante il giudizio di classe e la teatralizzazione visiva.  

De Troy espose, al Salon del 1737, una coppia di dipinti intitolati La toeletta/La preparazione al ballo e Dopo il ballo. Subito dichiarate il miglior lavoro di de Troy, le tele confluirono nella collezione raccolta entro il Cabinet Prousteau, all’epoca di proprietà dell’omonimo capitano della guardia cittadina di Parigi. A seguito del parziale smembramento del Cabinet causa vendita (1769), la scena raffigurante la preparazione al ballo confluì dopo vari passaggi nelle raccolte del Getty Museum di Los Angeles, mentre il complementare rientro dalla festa andò perduto. Fortunatamente però, il Mercure de France, pubblicazione letteraria e poi casa editrice, aveva ospitato nel primo tomo edito nel 1758 una coppia di incisioni raffigurante i due dipinti, eseguita dalla mano di Jacques-Firmin Beauvarlet (1737-1797). Preziosa e rara testimonianza del secondo e perduto dipinto, la presente tela ripropone pertanto la provvidenziale incisione, oggi apprezzabile anche in veste di acquaforte presso Villa Vigoni di Menaggio e di incisione al bulino presso il Gabinetto disegni e stampe (fondo Corsini) dell’Istituto Nazionale per la Grafica.

Figlio d’arte, de Troy iniziò il proprio apprendistato artistico al seguito del padre François (1645-1730), primo pittore di re Giacomo II di Inghilterra. Iscrittosi all’Académie Royale, presso la cui istituzione il padre era direttore e professore, de Troy si trasferì in Italia tra il 1699 e il 1706 per poi fare ritorno nella capitale francese e raccogliere le vesti del padre all’accademia di disegno in qualità di insegnante. Attivo parimenti per le corti di Versailles e Fontainebleau (1724-1737) che per la più giovane élite della società, de Troy si dilettò anche nella realizzazione di cartoni per arazzi, eseguendo per la manifattura di Gobelins diversi soggetti biblici e mitologici, dalle vicende di Esther a quelle di Giasone. Ritrasferitosi a Roma, sul finire degli anni Trenta Jean-François impugnò le redini dell’Académie de France, predisponendo i futuri influssi pittorici per artisti quali Jacques-François-Joseph Saly e Marianne Loir. 

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