Fontana del Tritone, 1948

Ivan Mosca (Parma 1915 - Roma 2005) Fontana del Tritone, 1948 Penna misure: mm 288 x 367 Esoterista e pittore italiano. Ivan, nome d'arte di Giovanni Mosca, vive fino ai suoi vent'anni a Milano dove frequenta la Scuola del Libro all'Umanitaria e successivamente, trasferitosi a Monza, la Reale Accademia delle Arti Figurative. Qui si avvicina all'arte astratta e stringe amicizia con alcuni artisti che gravitano intorno alla galleria d'arte Il Milione, come Osvaldo Licini, Manlio Rho, Mario Radice ed Atanasio Soldati. Dal 1936 arriva a Roma, si iscrive all'Accademia di Belle Arti e inizia ad elaborare un proprio stile più vicino al neo-espressionismo. Seppe guardare oltre le varie dispute artistiche e, dopo un  periodo in Francia in fuga dai rastrellamenti, nella sue opere svilupperà un immagina simbolica ed emotiva carica delle sue varie esperienze, spesso gli insetti animano le sue composizioni. Nel dopoguerra comincia un vivace periodo espositivo a Roma, le personali presso la Galleria romana L'Obelisco gli daranno notorietà in Italia e soprattutto negli Stati Uniti. In questo disegno viene rappresentato uno spaccato della Roma postbellica. Una veduta di Roma, in particolare di Piazza Barberini. Al centro della piazza si erge la Fontana del Tritone realizzata da Gian Lorenzo Bernini nel 1643 su commissione del papa Urbano VIII Barberini. Il tratto rapido e incisivo della penna fa entrare lo spettatore nel foglio, sembra di camminare su quelle strade dove sfrecciano diverse automobili, dove alcune persone si stanno dirigendo verso negozi o nelle proprie abitazioni che occupano tutto lo sfondo. I profili sono tracciati quasi in maniera nervosa per conferire dinamicità a tutta la composizione, ma nulla e lasciato al caso e nei minimi dettagli sono descritti i lampioni, i fili della filovia, le antenne sui tetti. Si nota l'insegna dell'Albergo Centrale. L'intrecciarsi dei fili elettrici nell'aria da una sensazione di confusione, di disordine e di frenesia, l'idea di un'Italia che si rimbocca le maniche per ricostruire, il moderno che avanza e fagocita il passato; al contrario il primo piano completamente sgombro simula una sorta di palcoscenico, impone una distanza, è estraniante. Ottimo stato di conservazione, penna nera su carta ocra. Firma e data a penna in basso a destra "IVAN MOSCA/1948". Al verso dedica a penna "Per Attilio carissimo, con i migliori auguri per il 1949./Roma, 1 gennaio 1949"; la dedica è al critico Attilio Crespi.

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