Il canto dell'usignolo, 1914
Giovanni Guerrini (Imola 1887 - Roma 1972) Il canto dell'usignolo, 1914 Litografia misure: mm 485 x 395; foglio mm 577 x 498 Artista italiano che si forma alla Scuola di Arti e Mestieri a Faenza ricevendo una educazione politecnica che mette a frutto in vari campi artistici, pittura, incisone, ceramica, scultura e architettura. Sempre a Faenza entra a far parte del cenacolo baccariniano interessandosi così alle suggestioni dei preraffaelliti, dell'art nouveau e della Secessione viennese. Perfeziona i suoi studi a Bologna e Firenze, nel 1915 si trasferisce a Ravenna per insegnare disegno architettonico all’Accademia di Belle Arti. Nel 1927 è a Roma come direttore artistico dell’ENAPI (Ente nazionale artigianato e piccole industrie) e nella capitale rimarrà, salvo periodici ritorni nella casa di campagna di Faenza, per tutta la vita. Artista poliedrico che sperimenta la pittura, la scultura e l'incisione prediligendo soggetti scanditi da un naturalismo descrittivo. L'attività incisoria, simbolista e bucolica nei temi, misteriosa e emozionante negli effetti, si concentra negli anni Dieci e Venti del Novecento. Espone regolarmente alla Biennali di Roma e Venezia. Nel 1938 vince, con M. Romano e E. Bruno La Padula il concorso per il Palazzo della Civiltà Italiana all’EUR che costituisce l’apice della sua carriera architettonica. In questa stampa il paesaggio fa da protagonista, la scelta della composizione centinata è tipico dell'estetica simbolista. Alle prime luci dell'alba, all'interno di un fitto bosco, caratterizzato da arbusti, pini e salici piangenti, due giovani fanciulli nudi, un ragazzo e una ragazza visti di spalle, sembrano parlare e contemplare la natura seduti sulla riva di uno stagno. Le acque calme, dove si riflette la tiepida luce, vengono disturbate e mosse da qualcosa che cade sulla superficie generando onde a cerchi concentrici. I potenti giochi chiaroscurali e l'attenzione nel descrivere tutta la natura che si risveglia come i fiori che si schiudono o le timide foglie illuminate dai primi raggi, ci rendono protagonisti senza disturbare l'atmosfera di pace. Un esemplare, datato e intitolato, è conservato presso la Fondazione cassa di Risparmio di Imola, il particolare dei riflessi sulla superficie mossa dello stagno sono diversi, forse l'artista è intervenuto sulla lastra inchiostrata. Impressione eccellente dai neri brillanti. Ottimo stato di conservazione. Ampi margini oltre la battuta del rame. Bibliografia: Un immagine è riprodotta dell'articolo monografico apparso sulla rivista La Pié, III fascicolo, anno II, Marzo 1921, p 28.