XVIII secolo, Piatto Elemosiniere in ottone
XVIII secolo
Piatto Elemosiniere
Ottone, cm diametro 48
Il piatto per le elemosine, propriamente detto “piatto elemosiniere”, è un contenitore solitamente decorato a forma di grande bacile o di piatto per la raccolta delle offerte per la Chiesa; generalmente in metallo come il bronzo, l’ottone, l’argento e l’oro. Costante è la presenza di decorazioni centrali fitomorfe o a girandola o con soggetti desunti dalla bibbia, può anche presentare al centro un supporto per fissare un elemento iconografico (una statuetta) o anche un portacandele o scomparti per la suddivisione delle elemosine.
Il Piatto elemosiniere è un oggetto artigianale presente e documentato sin dal Medioevo in tutta l’Europa meridionale dalla seconda metà del XV secolo, sino alla metà del XVIII secolo e oltre; di iniziale produzione fiamminga (area di Mechelen/Malines) e tedesca (area di Norimberga) e man mano poi di produzione regionale allargata.
Si chiama così poiché nelle chiese della Germania di inizio Quattrocento (circa 60 anni prima di Martin Lutero) durante le messe si usava raccogliere le offerte in piatti, bacili e catini d’ottone, detti proprio per questo elemosinieri. Un tempo li maneggiava solo il sacrestano, passando fra i fedeli durante le funzioni religiose in chiesa e furono usati a quello scopo fino al tardo Ottocento; sostituiti poi dagli elemosinieri in stoffa con apertura a fessura, molto probabilmente per questioni di riservatezza.
Le botteghe artigiane di Norimberga iniziarono a costruirne in quantità e con esemplari sempre più pregiati, specialmente dopo che, da metà del XV secolo, in tutta Europa si diffuse tra i privati la moda di appenderne di vario tipo e fattura in casa. Questi piatti si presentano spesso in una serie di esecuzioni standardizzate dovute a una produzione massiccia di tipo proto-industriale diffusasi specialmente nelle aree di influenza cattolica (sud Germania, Francia, Italia, Spagna e Fiandre).
In Italia il piatto elemosiniere viene usato anche il Venerdì Santo per poggiare i chiodi e la corona di spine durante la cerimonia della deposizione di Cristo dalla croce mentre in Sardegna se ne fa un uso particolare, diventa a periodi strumento musicale usato per accompagnare il ballo sardo.
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