Alsazia-Lorena, XV secolo, Madonna con il Bambino

AA-424551
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Alsazia-Lorena, XV secolo  Madonna con il Bambino Pietra arenaria policroma, alt. 62 cm      Questa scultura in pietra policroma, attribuibile alla scuola alsaziana del XV secolo, cattura un momento di intima dolcezza e maestà. La Vergine Maria è raffigurata in piedi, con...
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Ars Antiqua SRL Ars Antiqua apre nel 2000 per iniziativa di Federico Bulga...

Alsazia-Lorena, XV secolo 

Madonna con il Bambino

Pietra arenaria policroma, alt. 62 cm 

 

 

Questa scultura in pietra policroma, attribuibile alla scuola alsaziana del XV secolo, cattura un momento di intima dolcezza e maestà. La Vergine Maria è raffigurata in piedi, con un'espressione serena e regale, ulteriormente posta in evidenza dalla corona che le orna il capo. I suoi lineamenti sono delicati, e lo sguardo sembra rivolto verso lo spettatore con una quiete profonda. Tra le sue braccia, sorregge teneramente il Bambino Gesù. Il piccolo è ritratto in una posa vivace, dal marcato dinamismo, quasi a voler interagire con il mondo esterno, benedicendo o semplicemente offrendo la sua presenza all’umanità. Il divin Figlio regge tra le manine un pellicano; nel mondo cristiano, anche a seguito di un’opera di carattere simbolico – il Fisiologo (IV sec. d.C.) –, l’immagine del pellicano si imporrà gradualmente come simbolo di Cristo eucaristico che dà da mangiare la sua carne e il suo sangue per la vita dei suoi figli. Il pellicano si presta così ad una duplice simbologia: è inteso sia come immagine di Cristo che si lascia crocifiggere e dona il suo sangue per redimere l’umanità, sia come immagine di Dio Padre che sacrifica suo Figlio facendolo risorgere dalla morte dopo tre giorni. La policromia aggiunge un elemento di vivacità e realismo alla scultura. Si possono distinguere chiaramente marcate tracce di colore sulle vesti della Vergine, denotata dalla presenza di decorazioni dorate o motivi floreali stilizzati, tipici dell’estetica dell'epoca del gotico internazionale. Il drappeggio delle vesti è reso con pieghe eleganti e sinuose, che conferiscono movimento alla maestosa figura. La scultura emana una forte spiritualità, tipica delle opere religiose del periodo. La relazione tra la Madre e il Figlio è al centro della rappresentazione, costituendo un tema fondamentale nell'iconografia cristiana. La maestria dello scultore francese del Quattrocento si manifesta nella capacità di infondere umanità e divinità a questa toccante immagine.

Nella scultura, risultano presenti molteplici caratteristiche chiave della produzione plastica dell’Alsazia-Lorena del XV secolo: le sculture alsaziane si contraddistinguono per la grande espressività dei personaggi, per l’estrema cura al panneggio, particolarmente definito, per l’accesa e variopinta policromia, che spesso prevede la presenza di dettagli aurei, e per la coesistenza di influenze artistiche connesse alla sfera tedesca e a quella francese. Alla sfera del tardogotico internazionale rimanda il ricco decoro della veste, che infonde un’aura di preziosità dalla figura della Vergine. La Francia vanta una ricca tradizione di sculture in pietra arenaria: questo materiale, relativamente malleabile e dalla facile reperibilità, veniva utilizzato in particolare per creare opere di grande impatto visivo e simbolico, soprattutto di genere religioso. Le arenarie francesi, note per la loro varietà di colori e consistenze, sono state impiegate, soprattutto a cavallo tra Medioevo e Rinascimento, in sculture figurative, architettoniche e decorative, offrendo un'ampia gamma di possibilità espressive. La posizione geografica dell’Alsazia-Lorena, terra di confine tra la Francia e la Germania, fa sì che la scultura presenti suggestioni connesse ad entrambi gli ambiti culturali. La monumentalità delle forme pare guardare ai più eccellenti esempi della scultura francese a cavallo tra Tardogotico e Rinascimento: ci basti pensare alle imponenti opere plasticate di Claus Sluter, originario di Haarlem nelle Fiandre ma attivo per tutta la vita tra Digione e Champmol, come il cosiddetto Pozzo dei profeti e l’Annunciazione del portale della Certosa di Champmol. Il rapporto tra la Vergine ed il Bambino mostra varie analogie anche con le sculture del nipote di Claus Sluter, Claus Van de Werve, maestro molto apprezzato in ambito francese nella prima metà del Quattrocento.  Il marcato colorismo e i tratti definiti del volto della Vergine, così come il tocco di preziosismo di derivazione gotica della corona e del manto damascato aurei sono invece di tradizione tedesca: si nota infatti una ripresa dei modelli del Maestro della Cattedrale di Naumburg e di Veit Stoss, noto per le sue sculture lignee a Lipsia e Dresda. 

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