Scultore genovese della scuola di Pierre Puget, due figure virili
Scultore genovese della scuola di Pierre Puget (1620 – 1694)
Due figure virili
Bronzo fuso e patinato, cm 13,5 x 13 e cm 14 x 13
Tra la produzione scultorea di Pierre Puget (Marsiglia 1620 – Marsiglia, 1694) si ritrovano dei piccoli busti in terracotta le cui forme movimentate e i volti espressivi ricordano la coppia di bronzi presi qui in esame. In particolare, i rimandi più puntuali si possono riscontrare nella terracotta raffigurante il re David conservata nelle collezioni del Musée Granet o ancora nel ritratto dell’Imperatore Marco Aurelio conservato nel medesimo museo, così come nel Pastore del Musée du Viezx Toulon e nel modellino per la statua del Bato Alessandro Sauli conservato al Cleveland Museum of Art.
Lo scultore è un plastificatore appartenetene alla scuola genovese che si sviluppa dopo il soggiorno di Puget in città intorno al sesto decennio del XVII secolo. Infatti il Puget nato a Marsiglia si trasferisce ben presto a Roma dove, nel 1640 diviene assistente di Pietro da Cortona, dove lavora per la pittura dei sontuosi soffitti di Palazzo Barberini a Roma e di Palazzo Pitti a Firenze. Ritornato poi in Francia, a Tolone, esegue dipinti e pale d'altare per confraternite religiose, chiese parrocchiali e conventi. Il 1655 è l’anno della sua prima importante scultura, I possenti Atlanti che reggono i balconi dell'Hotel de Ville a Tolone.
Nel 1660 ricevette una commissione ancora più importante da Nicolas Fouquet, ministro delle finanze del re, per realizzare sculture per il nuovo giardino di Fouquet a Vaux-le-Vicomte, tra cui una statua di Ercole. Lo scultore si recò nelle cave di marmo di Carrara, dove selezionò il marmo che desiderava, scelse un marinaio genovese come modello e a Genova fece la statua che divenne nota come Ercole di Gallia (Parigi, Louvre). Tuttavia, la caduta in disgrazia del suo committente lo convinse a rimanere in Italia; decise quindi di trasferirsi a Genova con la famiglia. Puget rimase in città per circa un decennio dal 1661 al 1668, portando in città le ultime innovazioni del barocco romano. In questo periodo portò a termine numerosi progetti e divenne titolare di una feconda bottega dove si formarono numerosi scultori, come Daniello Solaro e Honoré Pellé. Nel 1663 Francesco Maria Sauli commissionò allo scultore il completamento della Basilica di Santa Maria Assunta di Carignano, ispirato all'opera di Bernini in San Pietro, che non fu però mai realizzato. Tra le altre opere del periodo genovese troviamo l'Immacolata, per l'Albergo dei poveri, dell’altare maggiore della Basilica di san Siro e il Ratto di Elena per la terrazza del Palazzo Pantaleo Spinola. Tornato in Francia realizza una delle sue opere più monumentali, il Milone da Crotone oggi conservata al Louvre di Parigi. Morirà a Marsiglia il 2 dicembre del 1694.
L'oggetto è in buono stato di conservazione