Scultura in marmo bianco, firmata Pompeo Marchesi, Amorino che scrive, 1840
Scultura in marmo bianco, firmata Pompeo Marchesi, Amorino che scrive, 1840
Misure H 27 x L 42 x P 17 cm
Prezzo compreso tra euro 8.000,00 / 10.000,00
Oggetto corredato da certificato di autenticità
Questa pregevole scultura, realizzata in marmo bianco nel 1840, è opera firmata di Pompeo Marchesi.
Raffigura un Amorino che scrive. L’amorino è la personificazione mitologica del dio Amore, raffigurato nella poesia e nell’arte con aspetto di fanciullo, per lo più nudo e alato. In quest’opera appare sdraiato prono su un soffice panneggio dal quale fuoriesce una ridondante composizione di fiori. L’amorino volge o sguardo avanti a se sollevandosi sul braccio sinistro; con la mano destra è intento a scrivere su di una pergamena. I piedi, leggermente sollevati ricordano l’atteggiamento fanciullesco e contribuiscono a conferire movimento alla figura.
L’opera è rappresentativa dell’espressione artistica romantica del celebre scultore Pompeo Marchesi. Pompeo, figlio di Gerolamo Marchesi, marmoraro, e di Caterina Tamburini, nacque a Saltrio (presso Varese) il 7 agosto 1783. Dopo una prima formazione alla milanese Accademia di Brera, si perfezionò a Roma sotto la guida di Antonio Canova. Rientrato a Milano nel 1810, Marchesi diede avvio alla lunga attività per il cantiere del duomo, segnando l'esordio di una carriera straordinariamente intensa. Vinse numerosi premi, partecipò alle Esposizioni annuali di Brera, fu molto attivo nelle decorazioni di gradi opere di arredo urbano tra le quali l’Arco del Sempione di Milano e il Duomo di Como. Con la Restaurazione, Marchesi acquisì un notevole credito e divenne in breve uno dei maggiori interpreti della corte asburgica, affermandosi anche a livello internazionale.
Nominato “Imperial regio statuario di corte” nel 1838, grazie agli uffici di F. von Hartig, governatore della Lombardia, Marchesi ottenne direttamente dall'imperatore Ferdinando I l'incarico del monumento per la Hofburg di Vienna.
Il pensionamento dall'Accademia di Brera nel 1852 coincise con l'inizio della parabola discendente dell’artista, che Stendhal aveva definito nella Certosa di Parma (1839) lo "scultore alla moda" della Lombardia. Marchesi morì a Milano il 7 febbraio 1858.