Scultura raff. "Sira" di Alessandro Rondoni (1841-??)

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Alessandro Rondoni (1841-??), “ Sira” ,  1873, 160 x 44 cm Marmo bianco, marmo giallo e parti in bronzo Firmata "A. Rondoni / Roma" alla base   L’opera è stata dichiarata di eccezionale interesse culturale (ai sensi dell’art.13 del d.lgs. 42/2004) e pertanto notificata dalla...
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Phidias Antiques
Pittura e scultura XIX secolo. Arredi neoclassici. Dipinti antichi. La galleria P...
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Alessandro Rondoni (1841-??), “Sira”1873, 160 x 44 cm

Marmo bianco, marmo giallo e parti in bronzo

Firmata "A. Rondoni / Roma" alla base

 

L’opera è stata dichiarata di eccezionale interesse culturale (ai sensi dell’art.13 del d.lgs. 42/2004) e pertanto notificata dalla Sovrintendenza.

 

La Sira è una splendida statua dello scultore novarese Rondoni. Il soggetto è tratto da un romanzo storico in voga durante gli anni della sua realizzazione, Fabiola o la Chiesa delle Catacombe, scritto dall’arcivescovo irlandese Nicholas P. Wiseman nel 1854. Il libro è ambientato durante le persecuzioni di Diocleziano: Sira, una giovane cristiana originaria del Medio Oriente, è divenuta schiava della figlia di un ricco mercante romano, la bella tanto crudele Fabiola. La serva, fedele al suo credo, ha come obiettivo la conversione della sua padrona e professa senza timore alcuno l’uguaglianza di tutti gli uomini. Fabiola, udendo le parole di Sira e adirata per l’offesa ricevuta, la ferisce come punizione con uno stiletto. La giovane è qui ritratta subito dopo aver ricevuto il colpo: il viso, volto verso la ferita, è contrito in una rassegnata smorfia di dolore; con un dito tenta invano di coprire il taglio, da cui sgorgano tre grosse gocce di sangue. La figura indossa grosse buccole ai lobi, mentre al polso porta un bracciale decorato da croci greche e il monogramma di Cristo, “chirho”, simbolo della sua fede. La testa minuta culmina in ricci densi e lanosi, legati alla greca. La torsione del corpo, dovuta allo scatto repentino del busto e accentuata dal panneggio in marmo giallo, rende la figura tanto tragica quanto seducente; a rafforzare l’erotismo celato dell’opera le spalline delle vesti della figura, che cadono molli sugli avambracci, scoprendone le morbide spalle nude. In questa scena così carica di pathos, la fanciulla risulta più simile ad una Afrodite moresca, che ad una martire cristiana. Quest’opera viene presentata in più versioni, la prima esposta al pubblico risalente al 1873 e portata all’Esposizione Universale di Vienna; ne segue un’altra l’anno successivo, realizzata in marmo bianco e presentata all’Esposizione delle opere di Belle Arti nel Palazzo di Brera.Nel 1877 espone, in concomitanza al soggetto della Baccante ubriaca, un’altra versione all’Esposizione nazionale di Napoli, che viene poi acquistata dallo Stato e inserita all’interno della GAM di Roma; dal 1920 si trova nella Civica Galleria d’Arte Moderna di Palermo. Gli anni successivi Rondoni ripropone l’acclamatissima Sira con alcune varianti esecutive per le Esposizioni di Parigi, Torino, Roma e Londra.La scultura qui presentata è l’unica Sira polimaterica alla quale, oltre al bronzo e al marmo bianco di Carrara, Rondoni aggiunge il marmo giallo Siena; il basamento in pietra nera è decorato da un mosaico composto da tessere dorate e cinabro, completato da una colonna su cui è apposto il meccanismo girevole originale concepito dall’artista.

BIOGRAFIA

Alessandro Rondoni nasce a Terdobbiate, in provincia di Novara nel 1841. Iscrittosi all’Accademia Albertina di Torino, si forma sotto la guida dello scultore naturalista Vincenzo Vela.In questi anni gli viene commissionato un monumento intitolato alla famiglia spoletina dei Marignoli a Perugia; tra le sue opere, anche un medaglione raffigurante il benefattore Pasquale Biroli, che alla sua morte nel 1830 donò all’ospedale Maggiore di Novara alcuni immobili da convertire in stabili per la cura degli ammalati. Partecipa a varie esposizioni, tra cui la promotrice di Torino del 1860, dove porta una Testa di putto; nel 1873, presenta all’Universale di Vienna la prima versione della sua elegantissima Sira, in marmo e in bronzo, di cui ci rimane testimonianza nelle parole dell’architetto Camillo Boito. La scultura riscuote tanto successo che l’artista risulta premiato con una “Medaglia dell’arte” dalla Commissione. Nel 1879 la cronaca dell’epoca lo indica in mostra a Roma con le opere AmoreFauna e la Modestia, per poi esporre il gruppo scultoreo Canestro di nozze, esibite nel 1884, e Lezione e Sogno d’Amore esposte nel 1898. Dopo questa data purtroppo non si hanno più notizie ufficiali di Rondoni.

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