XIX secolo, da Arnolfo di Cambio, San Pietro in trono, Bronzo
XIX secolo, da Arnolfo di Cambio
San Pietro in trono
Bronzo, cm 32 x 13,5 x 15
Questa piccola scultura bronzea raffigurante San Pietro seduto sul trono reca fattezze similari al Santo bronzeo della Basilica di San Pietro, realizzata dalla mano di Arnolfo del Cambio intorno al 1300, sebbene per molto tempo sia stata erroneamente ritenuta risalente al V secolo.
San Pietro è seduto su un trono mentre con la mano destra è nell’atto di benedire i fedeli con la sinistra regge le chiavi, simbolo rappresenta le chiavi del Paradiso, una d'oro e una d'argento, consegnate da Gesù a San Pietro e per questa ragione chiamate "le chiavi di San Pietro e suo attributo iconografico.
Arnolfo di Cambio conosciuto anche come Arnolfo di Lapo (Colle di Val d'Elsa, 1232 o 1240 circa – Firenze, 8 marzo 1302-1310 circa), è uno scultore, architetto e urbanista italiano attivo in particolare a Roma e a Firenze alla fine del Duecento e ai primi del secolo successivo. Arnolfo di Cambio si formò nella taglia (bottega) di Nicola Pisano e con lui lavorò all'Arca di san Domenico nella chiesa di San Domenico a Bologna (1264-67), al pulpito del Duomo di Siena (1265-1269). Dopo aver lasciato la bottega intorno al 1270, avendo acquisito un'autonomia professionale, si trasferì a Roma dove fu al seguito di Carlo I d'Angiò.
A Roma l'artista era entrato a contatto con le grandi opere del passato romano, e aveva assorbito le lezioni dei maestri cosmateschi, di cui riutilizzerà i partiti decorativi a intarsi di marmi colorati e vetri dorati nei ciborî della basilica di San Paolo fuori le mura (1285) e di Santa Cecilia in Trastevere (1293). Del 1289 circa è il monumento funebre del nipote del cardinale Annibaldi Riccardo Annibaldi (conservato presso San Giovanni in Laterano, Roma). In questo periodo lavorò a Roma per altre commissioni papali: come monumento a papa Bonifacio VIII (1296) e perlappunto la statua bronzea di San Pietro della Basilica di San Pietro (1300).
L’originale attribuita ad Arnolfo di Cambio è conservata nella Basilica di San Pietro a Roma; è posta in corrispondenza dell’ultimo pilastro di destra della navata centrale ed è ad oggi una delle opere maggiormente collegate alla devozione dei pellegrini: la tradizione popolare vuole che sia gesto di devozione accarezzare il piede destro della statua, che dopo secoli di consunzione appare oggi notevolmente usurato.
Oltre alla versione vaticana ve ne sono altre: quella conservata nella cattedrale di Notre Dame o ancora nella Concattedrale di Gerusalemme; un’altra versione è invece esposta nella chiesa di San Pietro a Porto Venere, nella Basilica di Lecco (versione in legno), nel duomo di Urbino e di Cagli e infine nel complesso del Santuario Mariano di Lourdes.
Nel palazzo della Battaglia, Museo delle memorie e del paesaggio nella Terra di Anghiari, esistono anche le uniche due interpretazioni in miniatura, conosciute e visibili al pubblico, della statua romana. Ricalcano perfettamente le forme dell'originale, ma non conservano il trono, probabilmente fatto in materiale deperibile (legno?). Esse si legano alla consuetudine dei pellegrini di portare con sé i "souvenir" dei luoghi oggetto del pellegrinaggio, come la conchiglia di Santiago di Compostela.
Il fatto che manchino di fatto delle versioni di piccole dimensioni fa del presente esemplare quasi un unicum.
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