Idillio tra Venere e Adone con Cupido, Paolo Caliari detto il Veronese (Verona 1528 - Venezia 1588) Bottega/cerchia

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Paolo Caliari detto il Veronese (Verona 1528 - Venezia 1588) Bottega/cerchia Idillio tra Venere e Adone con Cupido Olio su tela 96 x 67 cm - In cornice 122 x 92   DETTAGLI COMPLETI ( LINK ) Il soggetto di questo dipinto è desunto dalle fonti classiche e in modo...
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Paolo Caliari detto il Veronese (Verona 1528 - Venezia 1588) Bottega/cerchia
Idillio tra Venere e Adone con Cupido

Olio su tela
96 x 67 cm - In cornice 122 x 92
 
DETTAGLI COMPLETI (LINK)

Il soggetto di questo dipinto è desunto dalle fonti classiche e in modo particolare dal poeta latino Ovidio, che nelle sue Metamorfosi narra della passione tra Venere, dea della bellezza e dell’amore, ed il bellissimo giovane mortale Adone.
Perdutamente innamorata del suo amato, grazie all’aiuto di una freccia scoccata da Cupido, la dea avrebbe deciso di seguire il bellissimo cacciatore ovunque nella sua attività venatoria, non badando più agli ornamenti del suo fascino e alle sue occupazioni abituali.
 
Nonostante Venere esortasse di continuo Adone ad essere prudente durante la caccia quando si scontrava con le bestie feroci, un giorno, inseguendo i suoi cani e trascurando le raccomandazioni della dea, il fiero Adone trovò malauguratamente la morte, ferito alla gamba da un cinghiale.
 
L’autore della nostra magnifica tela non raffigura il tragico epilogo della storia, bensì il momento che lo precede, immaginando Adone – nel suo abito da caccia che ricorda quello di un antico guerriero - determinato a partire nonostante il languido abbraccio di Venere, tentando di rimpadronirsi del suo arco, sottrattogli dalla dea con la complicità di Cupido.
 
La dea è qui rappresentata come una Venere classica, nuda e frontale rispetto allo spettatore, con il seno scoperto e soltanto un drappo a coprirle il pube, mentre Adone è raffigurato lievemente alle sue spalle. A fianco dei due personaggi il piccolo Amore osserva l’idillio, quasi intimidito, con in basso a destra un cane da caccia già proteso verso l'imminente battuta di caccia.
 
Il dipinto, che possiamo ancora agevolmente inserire nella produzione nel tardo Rinascimento veneto, si distingue per l'intreccio sensuale dei gesti dei due amanti, anche se a risaltare è sicuramente l’esibita sensualità del nudo di Venere.
 
Ammirando la scelta compositiva ed i dettagli stilistici del dipinto, siamo propensi ad avvicinarne la paternità alla bottega o alla cerchia di Paolo Caliari detto il Veronese (Verona 1528 - Venezia 1588), che affrontò tale soggetto in numerosissime varianti, e che nell’arco di una carriera, durata all’incirca quarant’anni, si servì della collaborazione di un’attiva bottega composta da membri fissi, nonché della collaborazione di numerosi aiutanti esterni cosiddetti ‘occasionali’.
 
Difficile pertanto stabilire se sia un’opera di un artista della bottega del maestro oppure di uno degli autori con cui il veronese ebbe modo di lavorare, tra questi il grande architetto Andrea Palladio che lo chiamò per affrescare numerose delle sue splendide ville venete, e pittori come Domenico Brusasorzi, Bernardino India, Paolo Farinati e Giovanni Battista Zelotti.
 
INFORMAZIONI SUPPLEMENTARI:
 
L’opera viene venduta completa di una piacevole cornice in legno ed è corredata di certificato di garanzia ed autenticità, con scheda iconografica descrittiva.
 
Ci occupiamo ed organizziamo il trasporto delle opere acquistate, sia per l'Italia che per l'estero, attraverso vettori professionali ed assicurati.
 
È anche possibile vedere il dipinto nella galleria di Riva del Garda, su appuntamento; saremo lieti di accogliervi per mostrarvi la nostra raccolta di opere.
 
Contattateci, senza impegno, per ricevere qualsiasi altra informazione.
 
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