Pittore francese a Roma, XVII secolo

Paesaggio con Fuga in Egitto

olio su tela, cm 72 X 90

il soggetto religioso, ovvero La fuga in Egitto è qui rappresentato entro un rigoglioso paesaggio che si apre al centro lasciando intravedere rovine dell’Antica Roma, affiancate dallo scorrere di un fiume. Siamo di fronte a un esempio di pittura di paesaggio che dal Seicento a Roma diventa un genere autonomo e ben codificato. Il capostipite di questo nuovo soggetto della pittura in Italia è Annibale Carracci, il quale realizza sei Lunette per Aldobrandini, di cui una vede la fuga in Egitto calata entro un paesaggio romano che è predominante su tutta la composizione. il paesaggio in passato veniva considerato lo sfondo scenografico sul quale proiettare la rappresentazione di personaggi divini o umani, ma nel XVII secolo esso diviene il vero soggetto dell’opera. Soggetto che attira committenze aristocratiche come gli Altieri, i Colonna o i Pamphili. Con Carracci si origina il cosiddetto paesaggio ideale: una ricostruzione mentale di una natura pacificata ed armoniosa in cui si realizza il sogno di una perfetta comunione con l’uomo. Sulla scia di Annibale, come detto, durante il Seicento il paesaggio “classico” romano conosce una lunga e felice stagione ad opera di artisti come Domenichino, e i francesi Claude Lorrain, Nicolas Poussin e Gaspar Dughet. Con Lorrain si sviluppa l’indagine della campagna romana in ogni suo aspetto, studiandone le variazioni nelle diverse ore della giornata, delle stagioni o condizioni atmosferiche, sempre però nutrita da un senso bucolico virgiliano. Con Poussin l’approccio diviene elaborazione intellettuale e sofisticata costruzione razionale. Dagli esempi dei grandi maestri, la stagione barocca romana, dalla metà del Secolo, vide fiorire diverse personalità che con riprese, ma anche importanti personali rielaborazioni, portarono ad ulteriore diffusione il genere. Genere che si sviluppa a Roma in quanto qui vi era un crocevia di artisti provenienti dal nord Europa, dove il paesaggio era già diffuso, e che influenzano gli artisti italiani. Il dipinto in esame, infatti, è ad opera di un artista romano influenzato dai modi di Jan Frans van Boemen (1662-1749). Egli nasce da una famiglia di pittori e disegnatori fiamminghi, attivi anche in Italia ed in Francia. Il fratello maggiore Pieter fu insegnante degli altri fratelli nell'arte della pittura.  Successivamente Jan Frans si forma anche con Antoine Goubau.

Si attesta la sua presenza a Parigi dal 1682 al 1684 e l’anno successivo è invece a Lione chiamato dal fratello Pieter. Sempre in compagnia del fratello si sposta a Roma. Qui Jan Frans venne soprannominato Orizzonte, si sposerà e visse fino al giorno della sua morte.  Tra i suoi mecenati e collezionisti ricordiamo le famiglie Pallavicini e Rospigliosi, Luigi Bonaparte, Humphry Morice e il papa Benedetto XIV.  Si possono mettere a confronto con la tela in esame, opere dell’artista fiammingo come: Paesaggio Italiano, al Petit Palais, Musée des Beaux ars de la Ville de Paris; Jan Frans Van Bloemen, Veduta della campagna romana nei pressi di Tivoli, Collezione Privata; Paesaggio con Colosseo e figure, Mercato Antiquario; Paesaggio con Colosseo e figure, Mercato Antiquario; Paesaggio con Castel Savelli, Collezione Privata; Paesaggio con borgo e figure, The Walters Art Museum, Baltimora; Paesaggio con borgo e figure, The Walters Art Museum, Baltimora

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